Martedì 5 Novembre 2024
GABRIELE CANÈ
Editoriale e Commento

L’urgenza di costruire un’Europa vera

Quella tra Russia e Ucraina non è una guerra come le altre: sta nel cuore dell’Europa, contrappone Mosca all’Occidente, crea divisioni interne e internazionali

Un palazzo bombardato in Ucraina

Un palazzo bombardato in Ucraina

Se fosse una guerra "normale", tra due Paesi nemici e basta, anche gli attacchi di Kiev sarebbero una cosa normale: la Russia ha invaso il mio Paese, io cerco di invadere lei. Questa, però, non è una guerra come le altre: sta nel cuore dell’Europa, contrappone Mosca all’Occidente, crea divisioni interne e internazionali. Mentre la pace, invece di avvicinarsi si allontana, in una matassa sempre più ingarbugliata di cui non si riesce ad afferrare il bandolo. Partiamo da noi. L’offensiva Ucraina e la richiesta di Zelensky di togliere "ogni limite alla propria difesa", auspicando "soluzioni forti" da parte degli alleati, è un oggettivo motivo di imbarazzo.

La premier ha ribadito che stiamo con Kiev, il ministro Crosetto aveva sottolineato come l’escalation di questi giorni crei qualche perplessità, e che comunque noi forniamo solo armi difensive. Consolidata ipocrisia quella di missioni e forniture militari che si adeguano formalmente all’articolo 11 della Costituzione che ripudia la guerra come strumento di offesa: peccato che sempre di armi si tratti. In realtà noi siamo, pur con diverse sfumature (la Lega soprattutto), saldamente a fianco di una nazione aggredita, e che dunque si difende e offende. E lo siamo assieme all’Europa. Il problema è di capire chi è l’Europa. L’entità geografica che messa assieme ha vinto più medaglie alle Olimpiadi? Ottimo, ma non basta. Mancano "dettagli" come una costituzione, un esercito e un governo vero.

A settembre la nuova Commissione sarà formata, ma i poteri saranno quelli della vecchia: a sovranità limitata. Dalla parte di Kiev, come ribadito due giorni fa, ma con divisioni profonde in un sistema basato sulla unanimità. Allora, si torna da capo. Per una guerra "diversa", in un mondo di nuovo a blocchi, serve un’Europa vera. Che abbia gli strumenti materiali e politici necessari sia per la pace, sia per la guerra. Se necessario.