Giovedì 1 Agosto 2024
PIERO FACHIN
Editoriale e Commento

L’informazione non può essere un optional

La questione essenziale

 C’è il piacere, probabilmente innato nella natura umana, per la concretezza del mondo reale nella decisione del ministro Valditara di proibire l’uso del telefono cellulare agli alunni e agli studenti più giovani (leggi qui la nostra intervista al ministro) ragazzi da “riabituare - ha spiegato - al rapporto con la carta e con la penna”, alla lettura della pagina vera di un libro vero. Perché proprio le cose vere, quelle che puoi anche toccare con mano, sono uno straordinario veicolo di apprendimento e di crescita.

E, allora, fa ancora più piacere sapere che anche il responsabile dell’Istruzione pensi che una buona didattica non possa prescindere dal confronto con la realtà, e che mettere a disposizione di ciascuna classe un paio di copie dei principali giornali quotidiani, i giornali fatti con la carta, quelli che profumano di inchiostro, sarebbe di grande beneficio per tutti.

Però, però abbiamo un problema. Ed è questo: nel ruolo dei giornali bisogna credere per davvero e fino in fondo, perché in tempi di smarrimento come quelli che stiamo attraversando abbiamo tutti bisogno di orientarci meglio.

Bisogna credere nei giornali, come sicuramente fa l’edicolante di Milano che ha trasformato il suo chiosco in un luogo di resistenza felice, in una piattaforma di incontri e di riflessione nel cuore del quartiere. Non è facile quando neppure il governo sembra più credere nel quotidiano come strumento di democrazia, da tutelare e sostenere.

Che non se lo dimentichino, i nostri ministri, molti dei quali sono stati e ancora sono giornalisti. Giornalista la presidente del Consiglio, giornalisti i vicepremier, protagonisti di importanti collaborazioni giornalistiche almeno altri cinque membri dell’esecutivo. Non è un caso, in fondo. Perché i giornali sono luogo di impegno e di passione, ed è del tutto normale dunque che l’impegno e la passione per la cosa pubblica germoglino anche nelle redazioni.