Venerdì 5 Luglio 2024
RAFFAELE MARMO
Editoriale e Commento

Non è detto che ora Meloni tifi Marine

Ecco le ragioni che dividono le prospettive politiche delle due leader

La premier Giorgia Meloni

La premier Giorgia Meloni

Roma, 3 luglio 2024 – Che Giorgia Meloni abbia uno spiccato interesse alla vittoria di Le Pen in Francia è una tesi tutta da dimostrare. Le apparenze e le appartenenze (in senso lato politico-ideologiche) andrebbero in questa direzione: e, del resto, la premier si è anche pronunciata in questo senso.

Ma, se andiamo oltre le immagini e le dichiarazioni, più o meno superficiali, che ci restituisce la propaganda quasi obbligata, e se guardiamo agli interessi reali che muovono e sottintendono le esigenze e gli interessi dei leader e degli Stati, ci possiamo rendere conto che più di una ragione divide le prospettive politiche di Meloni e Le Pen.

Innanzitutto, fino a oggi la premier italiana è di fatto l’unica premier europea di destra di un Paese rilevante nell’Unione, come può essere l’Italia. Se la numero uno del Rassemblement national conquista la maggioranza assoluta al ballottaggio di domenica e prenota non solo Palazzo Matignon per Bardella, ma anche l’Eliseo per se stessa, è agevole immaginare quale potrà essere il ridimensionamento di Meloni nel contesto continentale e internazionale.

In secondo luogo, l’eventuale vittoria di Le Pen la proietterebbe in una dimensione attrattiva rispetto ai partiti di destra e di estrema destra in Europa. Del resto sono evidenti le manovre in corso per svuotare il gruppo dei Conservatori, guidato da Meloni, a favore di una nuova formazione che vada da Orban alla stessa Le Pen, con una succursale italiana capitanata da Salvini.

Come non bastasse, c’è da considerare la dimensione dell’interesse nazionale. Ebbene, come ha osservato il sociologo Marc Lazar, se prendiamo in esame anche solo al capitolo-chiave dell’immigrazione, è facile rendersi conto che un primo ministro alla Bardella bloccherebbe qualsiasi ipotesi di ricollocazione dall’Italia, mentre il presidente Macron si è rivelato certamente più solidale su questo fronte. Come dire: che i nazionalisti sono tali innanzitutto rispetto ai loro presunti alleati.