Mercoledì 4 Dicembre 2024
LORENZO CASTELLANI
Editoriale e Commento

Ursula-Meloni, l’intesa fa bene a entrambe

Il voto contrario dell’Italia alla von der Leyen potrebe essere superato con la nomina di Raffaele Fitto a Commissario europeo con un ruolo di primo piano

Portavoce Ue, 'patto Meloni-Ursula speculazioni infondate'

Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni

Il voto contrario al secondo mandato di Ursula von der Leyen è stato un errore commesso da Giorgia Meloni poiché interrompeva un percorso di avvicinamento di Fratelli d’Italia al governo dell’Unione Europea.

Oggi si può ancora sostenere che quello sia stato un passo falso, perché FdI non può intestarsi l’elezione di von der Leyen come avrebbe invece potuto fare, ma è bene anche dire che quel voto non sembra aver penalizzato l’Italia.

Secondo le ultime indiscrezioni Raffaele Fitto, indicato dal governo come Commissario europeo, avrà le deleghe all’economia e al Pnrr. Se fosse confermato significherebbe un portafoglio pesante per l’Italia, alla pari di quello detenuto dal commissario uscente Paolo Gentiloni. Ma Fitto potrebbe anche ottenere di più con un’eventuale nomina, che sembra possibile, come vicepresidente esecutivo della Commissione. Significherebbe essere nella prima fila del governo europeo, al pari delle altre grandi nazioni governate da forze europeiste.

Sarebbe una vittoria per il governo Meloni, ma anche il segno della debolezza di leader europeisti come Macron e Scholz che avevano cercato, all’inizio con successo, di tenere ai margini delle trattative i partiti di destra come FdI. Se finisse così sarebbe il segno di una necessità reciproca tra Meloni e von der Leyen. La premier ha bisogno dell’Ue sia sul piano economico, per gestire Pnrr e procedura di rientro del debito, sia su quello della difesa, con nuovi strumenti per rafforzare la politica estera.

Le deleghe di Fitto cadrebbero perfettamente in questo schema. Ma anche von der Leyen, e i popolari europei, hanno bisogno di Meloni sia per controbilanciare i socialisti sulle politiche green sia per cercare di spezzare la destra europea tra chi accetta compromessi con l’Ue come FdI e chi invece coltiva l’euroscetticismo come i Patrioti e Afd. Date queste necessità le due leader hanno evitato la rottura e continuano a collaborare con reciproco profitto.