Giovedì 26 Settembre 2024
PAOLO GIACOMIN
Editoriale e Commento

Il rischio di minare la libertà economica

Paolo Giacomin analizza la vicenda Unicredit-Commerzbank e l'ipotesi di tassare gli extraprofitti, mettendo in discussione la libertà di impresa in Europa. Da Berlino a Roma, si evidenziano le sfide legate alla politica economica e alla protezione degli asset strategici, senza compromettere i principi di mercato

GERMANY-ITALY-BANKING-UNICREDIT-COMMERZBANK

Retromarcia del governo tedesco sulla Commerzbank (foto Ansa)

Bologna, 25 settembre 2024 – Libera impresa in libera Europa. A toccare i princìpi si rischia sempre. La vicenda Unicredit-Commerzbank e l’ipotesi di tassare gli extraprofitti di banche o imprese energetiche scuotono, per ragioni diverse, la libertà di impresa, caposaldo delle democrazie liberali e delle economie di mercato, anche sociali e affatto liberiste. Da Berlino a Roma.

A Berlino, il governo Scholz privatizza e vende il 12% di Commerzbank, quarta banca tedesca. L’italiana Unicredit compra, avanza e dichiara di voler salire al 29,9%. Berlino, da subito, innesta la retromarcia, con il Cancelliere Scholz lesto a patentare la scalata come atto ostile. Due considerazioni.

Prima: a poter, dover, giudicare sono il consiglio di amministrazione e il consiglio di sorveglianza di Commerz e non la politica. Seconda: il governo tedesco può decidere che Commerz sia un asset strategico, ma allora perché disfarsi della propria quota? Perché la privatizzazione non è andata come previsto? Perché non piace la faccia, o la nazionalità, dell’acquirente?

Messa così, la strada per costruire colossi europei con aggregazioni – benedette ieri dalla Ue e auspicate dal report sulla competitività europea di Mario Draghi – si fa ripida.

Arriviamo a Roma e agli extraprofitti. L’obiezione l’hanno sollevata il vicepremier Antonio Tajani e qualche sopravvissuto riformista nel centrosinistra: chi decide quanto sia giusto che guadagni un’impresa? Tanto più se gli extraprofitti derivano da dinamiche di mercato. Nel caso banche, quello dei tassi. Usi ad assistere al vizio di ’privatizzare’ i profitti e socializzare le perdite, il rischio è passare da un torto all’altro. Ciò non significa che non si possano cogliere obiettivi di tutela degli asset strategici di un Paese (golden power), garanzie per l’occupazione o sostegno ai conti pubblici (contributo di solidarietà) evitando populismi e nazionalismi economici, senza minare le fondamenta della libertà di imprese e mercato.