Sabato 4 Gennaio 2025
DAVIDE NITROSI
Editoriale e Commento

Il riformismo non guardi solo al passato

Il cantiere del centro alleato al Pd deve fare i conti con il mondo nuovo e i suoi problemi. Nessun centro riformista oggi può nascere come contenitore di formule passate, come amarcord politico, ma deve proporre risposte innovative e concrete. Non è una strategia elettorale, richiede uno sforzo creativo per trovare soluzioni ai problemi della società, diverse da quelle che non hanno funzionato finora

Davide Nitrosi

Davide Nitrosi

Chi ha detto che il virus della divisione è la malattia genetica della sinistra? Il centro ne soffre molto di più. Dai tempi del Patto per l’Italia a oggi abbiamo visto Ccd, Cdu, Udeur, Rinnovamento italiano, Margherita, Scelta civica, Azione, Italia viva, Noi moderati… E oggi che il centrodestra ha definito nel suo perimetro un centro preciso e consolidato con Forza Italia di Tajani, riemerge l’idea di costruire un centro alleato alla sinistra. Legittimo se si considera il Pd partito di sinistra-sinistra (e questa è una riflessione a parte), ma la sfida porta con sé un forte rischio di fallimento se si limita a inseguire un amarcord politico. Di quale riformismo si parla? Sicuramente non quello che non è riuscito a governare la globalizzazione, a evitare l’aumento delle diseguaglianze tra garantiti e non garantiti, a tutelare i lavoratori impoveriti dal costo della vita.

Nessun centro riformista oggi può nascere come contenitore di formule passate, ma ha bisogno di riempirsi di risposte innovative e concrete, altrimenti va a fondo come è accaduto a molti partiti riformisti in Europa. Fare un centro riformista non è una strategia elettorale, richiede uno sforzo creativo per proporre soluzioni diverse da quelle che non hanno funzionato.

Qualche esempio per non restare nel generico? Gli aggiustamenti al welfare, si è visto, non bastano a garantire i più poveri o i giovani precari. Nel trasporto pubblico i piccoli sconti non danno accesso a tutti alla mobilità e nemmeno eliminano il traffico. Le borse di studio, poche, non garantiscono l’università ai figli della ex borghesia impoverita. L’assenza di una politica pubblica della casa (che non è il superbonus) genera diseguaglianze. Di fronte al cambiamento climatico la politica ambientale non può essere solo la raccolta differenziata. L’elenco è lungo, contiene i diritti civili come quelli sociali. Direte: ci vogliono risorse. Sì, ma la volontà di spenderle in certe direzioni è una scelta politica. Per questo serve un ultimo passaggio: una leadership che sappia esprimere la forza della novità, l’entusiasmo della speranza e la concretezza delle azioni.