A parziale beneficio di tutti quelli che pensano ci siano sempre reati molto più seri su cui concentrare l’attenzione, ecco una non esaustiva carrellata dei titoli usciti ieri (per davvero: soltanto ieri). Li proponiamo tutti insieme perché, in fondo, si è sempre in tempo per ravvedersi. Eccoli, dunque: "Truffe agli anziani: 29 arresti eseguiti dai carabinieri di Genova" (Ansa). "Truffe: paga o arrestano tuo figlio. Finto avvocato denunciato" (Agi). "Truffe agli anziani: arresti anche a Napoli e Caserta" (Ansa). "Trapani: finto carabiniere e finto incidente: in manette un pregiudicato" (Italpress). Mogliano: "Pellet comprato on line, truffata una donna" (questo titolo è nostro). "Truffe agli anziani: dieci episodi sventati nel Bolognese" (Ansa).
Basterebbe, quindi, tenere per una mezza giornata gli occhi sul fenomeno per rendersi conto della situazione, che stravolge le vite soprattutto dei più fragili, anziani in testa. Gli occhi, invece, siamo costretti a tenerli sui messaggi che piovono dentro i nostri telefonini. A noi, soltanto nell’ultima settimana, ne sono arrivati tre. Il primo: "Banca Ing, gentile cliente abbiamo verificato un bonifico di 9.900 euro in uscita. Se non e (senza accento, Ndr) lei chiami subito il nostro centralino 02.8286949".
Il secondo: "Ciao mamma, ho perso il cellulare: chiamami subito a questo numero con WhatsApp". Il terzo: "IntesaSanpaolo: Prelievo AUTORIZZATO di euro 3.000,00 se non riconosci il pagamento chiama il numero 01118837351". Tutti falsi, tutta robaccia inventata per spillarci soldi. Ma è chiaro che, bersagliati come siamo, uno prima o poi ci casca, fosse pure il più attento e accorto della ciurma.
Il punto è: perché succede? Senza farla troppo semplice, possiamo ipotizzare questo: la truffa rende molto e fa rischiare poco a chi la commette. Rifletterci un po’ sarebbe già un buon inizio.