Domenica 22 Dicembre 2024
GABRIELE CANE’
Editoriale e Commento

Il centro lib-dem paga cara la divisione

Divisi si perde, o si fatica. Renzi lo sa. Calenda meno

Matteo Renzi ha votato a Firenze con moglie e figlia neo 18enne

Finché sono "partiti-soglia", beh, niente di eccezionale. Il sistema proporzionale favorisce il frazionamento, la corsa in ordine sparso, e dunque la battaglia dei "minori" per raggiungere la soglia del 4 per cento. Il problema è quando diventano o rischiano di diventare dei "partiti-sogliola", cioè sotto quella soglia, e dunque senza rappresentanza nel Parlamento Europeo, come suggeriscono in parte exit poll che non possono certo indicare un risultato reale giocato forse per un pugno di voti. Di sicuro, però, questa difficoltà certifica una realtà negativa per le forze politiche in questione e probabilmente per tutto il sistema sempre alla ricerca in particolare di stampelle centrali, di punti di equilibrio. Una realtà molto evidente: divisi si perde, o si fatica. Renzi lo sa: non a caso ha costruito un’alleanza con Bonino, condizione necessaria per non finire in un angolo buio, e probabilmente sufficiente per raggiungere l’obiettivo quorum. Comunque, un segno di consapevolezza, di realismo.

Lo sa meno Calenda, perennemente solo al comando di se stesso, in un continuo ondeggiare di alleanze e rotture, con una netta prevalenza delle seconde. In particolare con Italia Viva, che ne appare in teoria l’interlocutore più naturale, peccato che il feeling con Renzi sia difficile, e spesso, per Calenda, anche quello con se stesso. Così capita che un centro "liberal democratico" vicino al centro-sinistra, ma capace di dialogare con il centro del centro-destra (Forza Italia), non riesca a vedere la luce. Insomma, che i partiti "minori" siano e restino tali, anche per la ostinata volontà di non mettersi assieme. Eppure la storia dovrebbe insegnare qualcosa. Alle Europee del 1984, ad esempio, Liberali e Repubblicani andarono assieme raccogliendo un confortevole 6,09 %, ripetendosi anche nell’89. In plancia di comando due tenori: Malagodi e Spadolini. Ma era, appunto, un’altra Storia.