Lunedì 5 Agosto 2024
LEO TURRINI
Editoriale e Commento

Greg infinito, è un argento che riscrive la storia

I 1.500 vanno a un Finke stellare: abbattuto il record di Sun Yang. Paltrinieri centra la quinta medaglia ai Giochi, nessun azzurro come lui

Il podio dei 1.500 stile libero, argento per Gregorio Paltrinieri

Il podio dei 1.500 stile libero, argento per Gregorio Paltrinieri

Parigi, 5 agosto 2024 – Una roba da pelle d’oca. Da magone, proprio. Con una scena finale da sublimazione: Greg che guarda l’acqua della piscina come se volesse abbracciarla, prendersela tutta, salvare nel cuore con i ricordi di una vita l’ultimo atto in vasca. Cerca con lo sguardo i familiari, immagino stia ritrovando in un flash back gli istanti eterni di un amore per il nuoto che lo ha reso Leggenda e qui mi fermo con le maiuscole se no perdo il filo ed il controllo.

Gregorio Paltrinieri ha vinto la sua quinta medaglia olimpica classificandosi secondo nei 1.500 stile libero. Dodici anni dopo la prima finale di Londra, otto dopo l’oro di Rio, tre dopo i podi di Tokyo. Per negargli la più clamorosa delle imprese, il suo amico Bobby Finke è stato costretto a sbriciolare il record del mondo, che resisteva da un pezzo. E anche questo è indice della grandiosa prestazione del mio figlioccio, il conterraneo di Dorando Pietri, il carpigiano d’acqua che ha affiancato nel mito il carpigiano della strada.

Dopo, sono riuscito a spendere qualche attimo con Greg. Era sollevato, rilassato, intimamente felice. Gli ho detto: facciamo il selfie per i tuoi genitori, come le altre volte, magari appunto questa è l’ultima foto, la testimonianza del Last Show. E l’ho lasciato parlare, raccogliendo parole che sgorgavano dal cuore. Le trascrivo qui, cercando di contenere l’emozione. La mia e un po’ anche la sua.

Febbre. «Ma ci pensi? Da una vita sognavo di togliere il primato al cinese, ci ho provato un sacco di volte, mai riuscito. Poi arrivo a questa finale e Finke, che è un super campione, il record lo fa lui! È stata la cosa che gli ho detto all’orecchio quando lo ha abbracciato dopo la toccata: eh, ma proprio dovevi combinare ‘sto macello?!?». «Adesso te lo posso dire: sono andato in vasca con la febbre. No, non c’entra il Villaggio, non ho dormito nel parco come Ceccon, erano due linee da tensione, da stress. Avevo i brividi anche nella camera di riscaldamento. Poi è andata benissimo, ora finalmente comincio a comprendere chi sono, che cosa ho realizzato nella mia carriera. Il bronzo negli 800 mi aveva caricato ulteriormente, avevo una occasione e la volevo cogliere…».

Futuro. «Dici che ero emozionato perché sapevo che non ci sarebbe più stata una finale in vasca per me ai Giochi? Ah, boh, la logica sarebbe quella, del resto ho anche la mia età, trent’anni non sono uno scherzo per un nuotatore. Però sai una cosa? Io mi diverto ancora, mi piace allenarmi, competere, collezionare medaglie. Sono cinque in tre Olimpiadi, a Londra in pratica ero un monello, comunque feci quinto. Sono orgoglioso di me stesso, sono fiero di appartenere alla tradizione del nuoto italiano, da Novella Calligaris a Ceccon e Martinenghi, passando per Federica Pellegrini, Fioravanti, Rosolino. La mia parte l’ho fatta, no?”

Nole. «Come ho aspettato la finale? Guardando Nole contro Alcaraz. Vedevo il serbo e mi dicevo: eh, Greg, quanti anni ha Djokovic? Quasi quaranta ed è ancora lì? Ma allora…». Tamberi. «Non sapevo dei suoi guai di salute. Che dispiacere! Siamo amici, ci siamo sentiti fino a due giorni fa. Gli scriverò appena uscito da qua. Il fondo, il fiume, la Senna? Domanda di riserva, amico mio?». La gara. Mi accorgo ora che dei 1.500 vi ho detto poco o nulla. Ma come si fa ad incasellare tra le righe il pathos di una vita che è anche una amicizia, la nostra? Ad ogni modo, pronti via e l’americano Finke è andato in fuga. Tempo sbalorditivo: 14’30”67. Il record del chiacchierato cinese Sun Yang (14’31”02) resisteva dal 2012. Greg ha chiuso in 14’34”55. Bronzo all’Irlandese Wiffen, vincitore degli 800. E tutto il resto è vita, diceva quello là.