Lunedì 15 Luglio 2024
RAFFAELE MARMO
Editoriale e Commento

La posta in gioco? Sono i nuovi rapporti di forza

Da qui all’8 giugno non mancheranno sorprese, colpi di scena e colpi più o meno bassi

Roma, 12 maggio 2024 – La grande corsa per il voto europeo è ormai partita e c’è da attendersi che da qui all’8 giugno non mancheranno sorprese, colpi di scena e colpi più o meno bassi. È la campagna elettorale, si dirà. Con tutti i suoi toni acuti e strumentali. È incontrovertibile. Anche se è altrettanto vero che da noi ogni passaggio di questa natura assume i contorni dell’ordalia finale, per stabilire nuovi rapporti di forza e regolare conti vecchi e nuovi.

Europee: il confronto tv Meloni-Schlein il 23 a Porta a Porta
Europee: il confronto tv Meloni-Schlein il 23 a Porta a Porta

È dunque utile tentare di andare oltre la nebbia della propaganda o delle indicazioni volutamente circospette per fissare le coordinate della posta in gioco per i partiti. E così, partendo da FdI, si può sostenere che la discesa in campo di "Giorgia" (che non è cominciata) ha un solo target: superare l’asticella del 30%. Alla premier più di un analista ha spiegato che può essere un obiettivo alla sua portata. La corsa di Salvini, invece, ha a che fare, a detta degli addetti ai lavori, più sul quanto terrà la Lega che sul se: a garantire un risultato accettabile sarebbero, da un lato, i voti del generale Vannacci e, dall’altro, il consenso che può attrarre nel Sud con la prospettiva del Ponte e del lavoro. Certo è che rimane aperto il duello con una Forza Italia rilanciata per il secondo posto nella coalizione.

Sul versante delle opposizioni, è evidente che Azione, Italia viva e + Europa, la Sinistra si muovono lungo la soglia di sbarramento, ma l’incognita principale riguarda la tenuta o la caduta del M5S, non tanto rispetto alle scorse Europee, ma rispetto al 2022. E in questo caso il risultato sarà tutto condizionato dal voto del Sud: è in questa area che i grillini si giocano la quasi totalità della partita e non ci sono molte avvisaglie favorevoli.

In questo contesto rimane incerta anche la scommessa di Elly Schlein: nessuno degli esperti si sbilancia su un range di consenso e neanche su una percentuale, ma già questo è un indice della non fiducia sulla capacità di attrazione del Pd. Il che, sommato alla crisi strutturale del campo largo, non lascia ampi margini di prospettiva per la stessa leadership della segretaria.