Venerdì 22 Novembre 2024
Agnese Pini
Editoriale e Commento

Europa in bilico sul piano inclinato della guerra

Il piano inclinato su cui l’Europa, dallo scoppio della guerra in Ucraina, cerca di tenersi in equilibrio con sempre più fatica, sta diventando così ripido da rassomigliare ormai alla parete di un dirupo. La domanda su cui ci si divide è: quello russo è un attacco a Kiev o all’intera Europa?

Emmanuel Macron e Olaf Scholz (Ansa)

Emmanuel Macron e Olaf Scholz (Ansa)

Il piano inclinato su cui l’Europa, dallo scoppio della guerra in Ucraina, cerca di tenersi in equilibrio con sempre più fatica, sta diventando così ripido da rassomigliare ormai alla parete di un dirupo. E se mettete in fila le scomposte e affrettate dichiarazioni dei leader Ue in questi ultimi giorni, se mettete in fila l’affannarsi delle diplomazie, l’affastellarsi degli annunci e degli incontri internazionali, vedrete chiaramente come l’inasprirsi della crisi stia rischiando di far tracimare il barile ormai colmo dell’ambiguità dell’Unione di fronte al conflitto.

Un’ambiguità che poggia sostanzialmente su una domanda la cui risposta diventa sempre più urgente, nei giorni in cui la propaganda di Putin evoca l’atomica, e a pochi mesi da due appuntamenti cruciali: le elezioni europee e americane. Questa, la domanda: quello russo è un attacco a Kiev o all’intera Europa? E se è un attacco all’intera Europa, come dobbiamo orientare la nostra linea difensiva e la qualità del nostro interventismo nel conflitto? In questo contesto va letta la fuga in avanti del belligerante Macron: "Faremo di tutto per impedire la vittoria della Russia, compreso mandare soldati". Il presidente francese ha fatto un mezzo passo indietro poche ore dopo la choccante dichiarazione, complici le reazioni dei suoi alleati: Scholz, freddissimo, ma anche l’Italia, con Tajani che ancora oggi sul nostro giornale ribadisce: "Non credo che Putin voglia attaccare un paese della Nato". Per non parlare dell’appello appassionato del presidente Mattarella: "La guerra non ha limiti alla barbarie, bisogna costruire la pace". Ma poi ieri sera Le Parisien ha riportato nuove frasi del presidente francese: "Forse bisognerà portare avanti operazioni sul terreno".

Le parole di Macron non possono essere sottovalutate, e prendono ancora più peso alla luce di alcuni dati di fatto inequivocabili: la Francia è l’unico Paese Ue ad avere l’atomica, è l’unico Paese Ue a sedere nel consiglio di sicurezza dell’Onu, ed è l’unico Paese Ue titolato - anche per le ragioni suddette - a guidare la difficile ma quanto mai necessaria costruzione di una difesa comune europea. Non solo per la minaccia destabilizzante e dalle conseguenze ancora imprevedibili rappresentata da Putin, ma anche perché una eventuale vittoria di Trump negli Usa condannerebbe il nostro continente a non poter più contare quanto può fare oggi sull’ombrello protettivo della Nato.