Sabato 10 Agosto 2024
PIERO GRAGLIA
Editoriale e Commento

La vera sfida: un’educazione civica ed europea

Nei punti programmatici del ministro dell’Istruzione e del merito c’è un modulo di 33 di educazione civica che deve avere un respiro europeo

Anno scolastico. Al via le proposte educative

Aumentano le ore dedicate all'educazione civica

È davvero confortante vedere che tra i punti programmatici del ministro dell’Istruzione e del merito Valditara c’è l’introduzione di un modulo di 33 ore di educazione civica per le scuole, poiché effettivamente quella che a livello europeo viene definita citizenship education, gioca un ruolo centrale nei programmi educativi dell’Unione. Questo sin dalla dichiarazione di Parigi del 2015 che definì l’importanza dell’insegnamento dei comuni valori di tolleranza, coesistenza e democrazia a livello europeo.

A tale dichiarazione dei ministri europei dell’Istruzione seguirono poi numerose pubblicazioni di ricerca e inquadramento del tema, i più importanti dei quali sono la ricerca su Teaching common values in Europe, preparata da un gruppo di studio per la commissione Cultura del Parlamento europeo, e il rapporto Eurydice sull’insegnamento della educazione civica in Europa, entrambi del 2017.

Leggendo l’intervista al ministro italiano di giovedì sul Quotidiano Nazionale, si segnala l’importanza complessiva dell’argomento, però si sorvola sulla dimensione europea che deve caratterizzare l’approccio a questa pratica formativa per avere, oltre che una caratterizzazione "nazionale", anche una obbligata apertura alla realtà geopolitica dell’Italia.

Non fosse altro perché l’Unione europea è lo spazio civile, politico, sociale ed economico che accompagnerà i giovani italiani di domani. Già oggi, nella mia esperienza di docente universitario che si occupa di "internazionalizzazione", vengo sorpreso dalle domande degli studenti su destinazioni di studio "all’estero": quando propongo Germania o Francia loro rispondono, "no, all’estero! Mi parli di America o Cina, Corea o Giappone". Per i ventenni di oggi quello è "l’estero" e la politica deve prendere atto di questo cambio culturale. Ogni insegnamento di citizenship education, deve partire da una esperienza nazionale, ma aprirsi oltre quei limiti.