Giovedì 9 Gennaio 2025
Agnese Pini
Editoriale e Commento

Democrazia e fake-news: sonnambuli in tempi di caos digitale

Le "ingerenze putiniane" in Romania e la altre crisi del sistema politico occidentale ci dovrebbero mettere in guardia: la disinformazione ci rende sudditi

In Romania il voto è stato annullato dalla Corte Costituzionale

In Romania il voto è stato annullato dalla Corte Costituzionale

Roma, 8 dicembre 2024 – Che cosa ci salverà da noi stessi? Sempre più ignoranti, digitalmente quasi analfabeti (non a caso viene chiamato, il nostro tempo, ‘Medioevo digitale’) e dunque esposti alla lusinga della manipolazione e ai tranelli della menzogna? Non sono, le mie, considerazioni abbandonate a un sentimentalismo disfattista. Ben più prosaicamente, a dipingerci così è l’ultimo rapporto Censis, che venerdì ci ha offerto l’ennesima analisi di un popolo, il nostro, “intrappolato dalla medietà”, un popolo di galleggiatori: più povero, più incolto (una per tutti, e merita: per il 19% degli italiani Mazzini è stato un politico della prima Repubblica), più impaurito. Già nel 2023, con un’acuta previsione, lo stesso Censis ci definì “sonnambuli”. Proiettandoci nel 2040, ci descriveva sostanzialmente così: vecchi, impauriti, soli. Annegati nei nostri telefonini: occhi, naso e smartphone. E del resto quando si ha paura di tutto, è in noi stessi che inevitabilmente ci rifugiamo.

Ora: sonnambuli è una definizione tanto terribile quanto perfetta, perché sonnambulo non significa "dormiente”, i sonnambuli sono estremamente attivi. Significa succube. Una società di ignoranti è a tutti gli effetti una società di succubi. O di sudditi. Penso a tutto questo e non posso non considerare il precipitare degli eventi degli ultimi giorni che sta minando la solidità, e la credibilità, di alcune importanti democrazie: laddove la democrazia si regge su un’opinione pubblica consapevole e soprattutto informata (scomodando Habermas), come possiamo salvare dalla sua profonda crisi il sistema politico su cui si è retto l’Occidente dalla fine della seconda Guerra Mondiale?

A colpirmi di più non sono la fragilità istituzionale e la crisi del governo francese, e solo pochi giorni prima il colpo di Stato-farsa in Corea del Sud. È soprattutto la decisione storica con cui la Corte Costituzionale romena ha inficiato le elezioni del Paese. Motivo: le ingerenze putiniane - soprattutto attraverso i social network di esportazione russo-cinese, Telegram e Tik Tok - che avrebbero penetrato al punto il sistema politico e informativo dello Stato da condizionare le elezioni (per la cronaca, vinte al primo turno dal candidato di estrema destra Georgescu). Un precedente inquietante, in una democrazia dell’Unione Europea.

Come è stato possibile arrivare a questo punto? Se è vero che la democrazia si regge soprattutto su un’opinione pubblica consapevole (di nuovo Habermas), e quindi su un sistema di informazione forte, solido, autonomo, indipendente, è al rapporto Censis che devo ancora una volta rifarmi, tornando al nostro popolo di sonnambuli e immaginando che le tendenze di casa nostra possano essere in scia rispetto a un comportamento più generalizzato: l’83,7% degli italiani si informa sullo smartphone e consultando i social network (a proposito di quanto sia facile veicolare fake news), e solo il 25,4% legge effettivamente gli articoli dei media. Non va meglio coi libri: più della metà di noi non legge affatto. Siamo consapevoli dei rischi che corriamo? In parte sì. Il 70% degli europei teme che le fake news possano influenzare le elezioni, mentre i social network amplificano divisioni e polarizzazioni. Una soluzione ce la offre il professor Daniele Gallo: “Occorre - ha detto - limitare lo strapotere delle piattaforme e regolamentarle». Basterà a salvarci da noi stessi? Pensando a chi ha vissuto tempi ben più bui dei nostri, mi piace ricordare quello che diceva Hannah Arendt, e cioè che la libertà politica è possibile solo quando esiste una base condivisa di verità. Ecco: forse arrivati a questo punto dovremmo finalmente chiederci come impegnarci davvero per salvare questa base condivisa dal rischio drammatico di entrare irrimediabilmente in crisi.