Mercoledì 2 Aprile 2025
RAFFAELE MARMO
Editoriale e Commento

Presenze (e assenze) che dicono tutto

I leader al congresso di Azione

Presenze (e assenze) che dicono tutto

Roma, 30 marzo 2025 – Il congresso di Azione ha avuto il merito, per le presenze e per le assenze, per le cose dette e per quelle non dette, di offrire la rappresentazione plastica e addirittura fisica del muro che divide le forze politiche italiane sulla politica estera e di difesa, ma, in senso più generale, sull’approccio, quasi antropologico, all’idea di interesse nazionale.

N14K_D
Giorgia Meloni e gli ex primi ministri Paolo Gentiloni e Mario Monti al congresso di Azione (Ansa)

È del tutto evidente che, nel giorno in cui incassa la benedizione di Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni, a dispetto di tutte le dichiarazioni formali in senso opposto, “ha scelto” la platea centrista di Azione per lanciare un segnale di apertura nei confronti di chi, come Carlo Calenda, si trova in larga misura sulla sua stessa lunghezza d’onda su questioni prioritarie o politicamente molto sensibili: dal sostegno all’Ucraina al piano di difesa europea attraverso l’aumento delle spese militari degli Stati, dalla critica feroce al Superbonus al via libera al nucleare. Il punto, però, è che il segnale della premier finisce per avere anche altri destinatari che condividono tutti i dossier citati e che sono tutti presenti alla kermesse di Azione: da Paolo Gentiloni a Pina Picierno, a Lorenzo Guerini, i big del Pd critico (per usare un eufemismo) verso Elly Schlein e la sua linea.

Mentre, d’altra parte, non c’è Matteo Salvini, come non ci sono Giuseppe Conte e la stessa leader del Nazareno, tutti schierati, guarda caso, contro quella che possiamo chiamare la linea von der Leyen della difesa europea e del riarmo. E, anzi, sul contrasto del grillismo innanzitutto, ma anche, sia pure con toni differenti, della variante schleiniana della sinistra, Meloni e Calenda si esercitano con un fuoco di fila pesante e senza nessun risparmio polemico. Con la sola accortezza, per la presidente del Consiglio, di evitare di mettere nel mirino l’“alleato” leghista. Ma nessuno si sottrae alla suggestione di pensare che il suo avviso “sull’Europa a rischio di diventare una grande comunità hippy demilitarizzata” sia rivolto anche al Salvini “pacifista”.

2 oratori online2 online