Roma, 20 novembre 2024 – La verità è davanti agli occhi di tutti. I monopoli, per loro stessa struttura, generano restrizioni alla libera concorrenza. Ma se possono consolidarsi grazie a una prateria sconfinata e poco normata come la rete internet diventano un reale ostacolo allo sviluppo di nuovi servizi e di quella stessa tecnologia necessaria alle imprese per poter operare sul mercato. Ma c’è di più. Perché i cosiddetti giganti del web, forti dei vantaggi derivanti dalla loro posizione dominante sul mercato, possono permettersi politiche di prezzi insostenibili per la maggior parte delle aziende.
"Ci sono enormi distorsioni nella concorrenza tra giganti del web e imprese di vicinato", denunciava ancora ieri la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise. È un problema noto, ma ancora tutto da risolvere. Stando al sondaggio realizzato da Ipsos per Confesercenti, in vista del Natale un terzo dei regali e sei acquisti su dieci saranno effettuati sul web. Il punto, però, non è demonizzare l’e.commerce. Anche perché sarebbe una battaglia persa sul nascere.
Quello che si può pretendere sono regole che evitino le posizioni dominanti. E politiche che aiutino le piccole imprese a convertirsi alla digitalizzazione così da poter affiancare ai tradizionali canali di vendita anche un efficace affaccio sul commercio elettronico. E servono interventi per consentire loro di farlo senza gli elevati costi delle barriere d’ingresso al settore. Le piccole imprese, infatti, non possono contare sulle economie di scala di cui godono i giganti della rete. La lotta al far west di internet è una priorità non solo per le imprese del commercio. Vincere questa battaglia è fondamentale anche per la tutela dell’informazione di qualità e, dunque, per la democrazia.