Sabato 23 Novembre 2024
MICHELE BRAMBILLA
Editoriale e Commento

Arriva il 2021. Non fidatevi delle previsioni

Nei giorni scorsi abbiamo ripubblicato – solo per divertissement, niente di offensivo – le previsioni degli astrologi di inizio 2020: solo Branko aveva previsto un anno gramo, tutti gli altri assicuravano ad ogni segno zodiacale tante belle cose in amore, salute, lavoro. Sappiamo tutti com’è andata. Oroscopi, si dirà.

Ma siamo sicuri che noi giornalisti siamo più attendibili quando parliamo dell’anno che verrà? Quando lo prevediamo, lo programmiamo, lo pianifichiamo? Uno sguardo ai giornali di inizio 2020 può servire a tutti noi per prenderci un po’ meno sul serio di quanto siamo soliti fare. E dunque, di che cosa parlavamo, un anno fa?

Il Post, un giornale online mai banale, ha ripubblicato 101 prime pagine dei principali quotidiani italiani. La preoccupazione più grande, per l’anno che sarebbe venuto, era una guerra con l’Iran (’Raid Usa. L’Iran: ora vendetta’, Corriere della Sera del 3 gennaio) mentre una storica svolta politica sarebbe sicuramente arrivata (’Pd, cambio tutto’, titolone di Repubblica dell’11 gennaio, intervista a Zingaretti). Solo il 21 gennaio appaiono i primi, timidi titoli sul virus che avrebbe condizionato l’anno intero, ma già il 23 gennaio la vera pandemia era di nuovo politica (’M5S, addio al veleno di Di Maio’, titolone de La Stampa). Inutile dire che il Pd è ancora il Pd e che Di Maio è ancora nel M5S. A proposito, il 28 gennaio ancora La Stampa titolava: ’Il Pd a Conte: ora cambiamo agenda’ e il 14 gennaio il Giornale annunciava ’Capolinea Conte’: ma questi in fondo sono forse titoli profetici, buoni per i giorni nostri. Quando arriva il virus, Il Fatto annuncia ’Trovata la cura che batte il virus’ (15 marzo), Libero che ’Chi fuma non prende il Covid’ (24 aprile) e anche noi ci avevamo messo del nostro il 28 febbraio : ’Morti di coronavirus in Italia? Zero’ (intervista all’infettivologo Matteo Bassetti).

Sono, questi, tutti titoloni di prima pagina, che rileggiamo appunto per non dare troppa importanza alle varie analisi di questi giorni, ma anche per ricordarci che non solo noi giornalisti, ma in genere tutti noi umani ("esperti" compresi) riusciamo a stento a leggere il presente, mentre il capodanno è, per ciascuno di noi, l’occasione per fare i conti con il futuro. Ma il futuro è indecifrabile, è l’Ignoto per eccellenza, e Leopardi diceva che in fondo è meglio così. È anche, il capodanno, il momento in cui si ravvivano le speranze. Gli ultimi titoli dei giornali del 2020 sono stati sui vaccini: titoli, appunto di speranza.

Auguri a tutti.