
Una donna impegnata in attività di smart working, foto generica
Roma, 25 marzo 2025 – Quali sono i principali ostacoli alla conciliazione tra vita lavorativa e familiare in Italia? Quali fattori influenzano la soddisfazione sul lavoro e in che modo il genere incide sulle esperienze professionali? A queste domande risponde il nuovo sondaggio di WeWorld, realizzato in collaborazione con Ipsos a fine 2024, su un campione rappresentativo di 1.100 lavoratori e lavoratrici tra i 20 e i 64 anni. I dati, contenuti nel WeWorld Index 2025, mettono in luce persistenti disuguaglianze di genere nel mondo del lavoro e il peso delle aspettative sociali sulle carriere di uomini e donne.
Lavoro e conciliazione vita-famiglia: ostacoli ancora troppo diffusi
Uno degli elementi chiave emersi dal sondaggio riguarda l’accesso al lavoro agile: il 64% degli intervistati dichiara che la propria azienda non offre alcuna possibilità di smart working o telelavoro. Anche tra chi ne ha accesso, emergono differenze di genere: mentre il 23% degli uomini non lo utilizza mai, tra le donne questa percentuale scende al 14%, segno di una maggiore necessità di flessibilità per conciliare vita familiare e professionale.
Anche la fase di selezione del personale è influenzata da dinamiche discriminatorie. Più della metà degli intervistati ha ricevuto domande inopportune durante i colloqui, con forti disparità tra uomini e donne:
- Il 61% delle donne si è sentito chiedere se avesse figli/e, rispetto al 49% degli uomini.
- A una donna su quattro (25%) è stato chiesto se fosse incinta.
- Agli uomini, invece, vengono chieste più spesso informazioni sulla salute (35%), sul lavoro svolto dai genitori (34%) e sull’appartenenza sindacale (31%).
Le emozioni provate durante i colloqui riflettono queste disparità: le donne riportano livelli di ansia più elevati (48% contro il 40% degli uomini), mentre gli uomini dichiarano di sentirsi più determinati (35% contro il 27% delle donne).
Fattori di soddisfazione lavorativa: il ruolo dello smart working e dell’equilibrio di genere
Il sondaggio analizza anche i fattori che incidono sulla soddisfazione professionale.
Tra gli aspetti più rilevanti emergono:
- Smart working: l’86% di chi può accedervi si dichiara soddisfatto o molto soddisfatto del proprio lavoro. Al contrario, le donne che non possono usufruirne sono tra le meno soddisfatte (media di 6,7 su 10).
- Livello professionale: dirigenti e quadri esprimono il livello più alto di soddisfazione (57% completamente soddisfatti/e), con le donne in questi ruoli che superano gli uomini (7,8 contro 7,4 su 10).
- Composizione del team: la soddisfazione aumenta quando vi è un equilibrio di genere tra i superiori. Tuttavia, gli uomini risultano meno soddisfatti quando la loro superiore è una donna (media di 5,9 su 10, rispetto al 6,9 delle donne).
- Fattori chiave: tra gli elementi più apprezzati figurano la vicinanza al luogo di lavoro (51%), la stabilità del contratto (48%) e i rapporti con colleghi/e (47%).
WeWorld: “Necessarie politiche di welfare per un mondo del lavoro più equo”
“I dati del nostro sondaggio confermano quanto il mercato del lavoro italiano sia ancora condizionato da stereotipi di genere e da una distribuzione iniqua del carico familiare – sottolinea Martina Albini, Coordinatrice Centro Studi di WeWorld - Per garantire un’effettiva parità di opportunità, servono politiche di welfare strutturali, che includano congedi parentali equamente distribuiti, maggiore accesso allo smart working e un cambiamento culturale che superi le discriminazioni ancora presenti nei processi di selezione e nelle carriere professionali”.