Sabato 22 Febbraio 2025
CLAUDIA MARIN
Economia

Welfare aziendale, rischio burnout per un dipendente su tre. Cosa vogliono i lavoratori

Lo dicono i dati del Rapporto Censis-Eudaimon presentato oggi a Roma, che evidenzia livelli sempre più alti di stress e sindrome da corridoio: ecco cos’è

Roma, 21 febbraio 2025 – L’83,4% dei dipendenti italiani ritiene una priorità che il suo lavoro contribuisca al proprio benessere olistico, fisico e psicologico. Condivide tale priorità il 76,8% dei dirigenti, l’86,1% degli impiegati e il 79,5% degli operai. Guardando alle fasce di età, è d’accordo il 75,0% dei dipendenti tra 18 e 34 anni, l’85,7% tra 35 e 54 anni, l’88,4% dai 55 anni in su.

Il lavoro che stressa, a rischio un dipendente su tre
L'83,4% dei dipendenti italiani considera il benessere olistico una priorità lavorativa. Il rapporto Censis-Eudaimon evidenzia stress e sindrome da corridoio

Sono questi i principali risultati dell’8° Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, realizzato in collaborazione con Eudaimon (www.eudaimon.it), leader nei servizi per il welfare aziendale, con il contributo di Credem, Edison, Michelin e OVS.

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"Aziende come hub del benessere”

“L’anelito al benessere è di tutti e riguarda tutte le dimensioni: fisica, mentale, sociale ed economica - spiega Alberto Perfumo, Amministratore Delegato di Eudaimon –. I tempi sono maturi per le aziende per proporsi come hub del benessere, garantendo ascolto e accompagnamento alle soluzioni, da quelle più piccole e quotidiane a quelle più articolate, private e pubbliche. Un ruolo nuovo che garantisce più attenzione alle persone e maggior coinvolgimento”.

Per Giorgio De Rita, Segretario generale del CENSIS, “la ricerca dimostra che ormai quando entrano in azienda le persone non rinunciano all’obiettivo del proprio benessere olistico, cioè psicofisico e sociale”, ha aggiunto. “Tuttavia, sono ancora molte le situazioni di stress legate al lavoro e in particolare la ‘sindrome da corridoio’, cioè l’osmosi di ansie e disagi tra lavoro e vita privata. Attrarre e trattenere lavoratori significa sempre più misurarsi con le loro nuove e inedite aspettative”.

Le sofferenze del lavoro

Il 31,8% dei lavoratori dipendenti ha provato sensazioni di esaurimento, di estraneità o comunque sentimenti negativi nei confronti del proprio lavoro: forme di burnout. Tale stato psicologico riguarda il 47,7% dei giovani, il 28,2% degli adulti, e il 23,0% dei dipendenti più anziani. Molte le sofferenze sperimentate dai dipendenti poiché il 73,0% ha vissuto situazioni di stress o ansia legate al lavoro; il 76,8% non sempre è riuscito a trovare un equilibrio tra vita privata e lavoro; il 75,9% si sente spesso sopraffatto dalle responsabilità quotidiane; il 73,9% sente di avere troppa pressione addosso quando lavora. Il 67,3% ha provato frustrazione per via del mancato supporto da parte del datore di lavoro; il 68,5% sente che in azienda non viene promosso un ambiente lavorativo buono e sano; il 65,0% ha comunque difficoltà a concentrarsi sul lavoro a causa dello stress; il 36,7% è andato da uno psicologo o ha fatto ricorso al counseling a causa del proprio lavoro.

Sindrome da corridoio: stress senza confini

Circa 3 milioni di dipendenti sono affetti dalla sindrome da corridoio, l’osmosi di ansie e disagi tra lavoro e vita privata, che riduce drasticamente il benessere soggettivo, la qualità della vita e la salute mentale. Il 25,7% dei dipendenti si porta al lavoro i problemi di casa, privati, con effetti negativi sulla performance lavorativa, il 36,1% si porta i problemi lavorativi a casa con effetti negativi sulle relazioni familiari, amicali, ecc.

Si portano a casa i problemi lavorativi con relativi effetti negativi il 41,0% dei più giovani, il 34,9% degli adulti e il 33,7% dei più anziani. Si portano invece al lavoro i problemi di casa restandone negativamente condizionati, il 22,7% dei dipendenti giovani, il 29,2% dei dipendenti adulti e il 20,6% dei più anziani.

Supporto mentale e tempo per sé: i desiderata

Il 63,5% dei dipendenti vorrebbe supporto a svolgere attività di meditazione o yoga e aiuto nel ricorrere ad uno psicologo, e il 38,2% ritiene che la meditazione lo aiuterebbe a gestire meglio lo stress.

Per affrontare gli effetti delle sofferenze da lavoro è forte la richiesta di tempo: l’89,4% vorrebbe più tempo per sé stessi e le cose che piacciono, l’86,2% per stare di più con amici e parenti, il 78,9% per svolgere attività fisica, il 73,9% per svolgere attività culturali, il 79,0% per potersi riposare.

Un buon lavoro fa stare meglio

Le dimensioni del lavoro che contano positivamente per il benessere soggettivo sono per il 94,6% dei dipendenti un buon rapporto con superiori e colleghi, cioè un buon clima aziendale, per il 93,1% la possibilità di operare con un certo grado di autonomia, per il 92,2% un riuscito bilanciamento tra vita privata e lavoro, per il 91,6% la flessibilità degli orari, per l’87,6% sentirsi valorizzati in azienda e per il 64,1% lavorare anche in smart working.