Sabato 21 Dicembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Welfare, per 3 italiani su 4 i benefit sono decisivi nella scelta del lavoro

Indagine europea promossa dal Gruppo Epassi rivela che l’83,2% dei dipendenti italiani considererebbe l’idea di cambiare posto di lavoro per un’azienda che offra un miglior pacchetto di benefit

Orari flessibili e smart working: sono tra le richieste principali dei lavoratori alle imprese

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ROMA – Quanto sono importanti i benefit quando si considera una nuova opportunità di lavoro? Quanto conta il pacchetto welfare dell’azienda per la scelta del lavoro? È questa la domanda posta ai 2.400 dipendenti e ai 726 datori di lavoro che hanno partecipato al “Great Employee Benefit Study 2024”, promosso dal Gruppo Epassi e condotto dal team di esperti dell’Università di Aalto, sotto la guida della ricercatrice Elina Koivisto.

Lo studio, che è stato presentato a Milano in occasione del periodico incontro del Network di Imprese e Persone – IEP - rete di imprese che si confrontano e progettano il welfare aziendale di domani - ha riguardato i lavoratori di Italia, Regno Unito, Svezia e Finlandia e si è posto come obiettivo quello di analizzare il benessere dei dipendenti, gli investimenti aziendali e l’impatto della tecnologia nel campo del welfare.

Dall’analisi sono emerse evidenze che sottolineano quanto sia fondamentale offrire alla propria forza lavoro un adeguato pacchetto di benefit aziendali. L’indagine ha rivelato infatti che l’83,2% dei dipendenti italiani considererebbe l’idea di cambiare posto di lavoro per un’azienda che offra un miglior pacchetto welfare.

Se per i dipendenti svedesi i benefit risultano meno rilevanti, probabilmente a causa di una limitata offerta, in Italia e Regno Unito ben il 75% degli intervistati li considera essenziali quando si valuta una nuova opportunità di lavoro. Tuttavia, meno della metà dei dipendenti afferma che il proprio benessere sia effettivamente supportato dai datori di lavoro, evidenziando un gap tra le percezioni delle aziende e quelle dei lavoratori.

Le aziende europee stanno correndo ai ripari: secondo Inkwood Research, infatti, il mercato del welfare aziendale europeo sta registrando un incremento annuo del 6,5%, con una stima di oltre 43 miliardi di euro entro il 2032.

Offrire un pacchetto di welfare di valore è quindi diventato un elemento strategico per le aziende che vogliono attrarre talenti e accrescere la fiducia dei propri dipendenti, ma non basta: questo dev’essere orientato verso una sempre maggiore personalizzazione dei servizi proposti per rispondere alle diverse esigenze dei lavoratori.

Secondo il 7° rapporto Censis-Eudaimon, infatti, in Italia il 50% delle aziende riconosce che un approccio tailor-made è fondamentale per attrarre e trattenere talenti.

Anche nel Regno Unito si sta affermando il trend della personalizzazione dei benefit, in risposta alla crescente tendenza dei lavoratori britannici a non utilizzare quelli offerti, poiché non corrispondenti alle loro esigenze. Tra le aziende da sempre impegnate in questa direzione, Eudaimon, parte del Gruppo Epassi.

Come testimoniano le parole dell’amministratore delegato dell’azienda, Alberto Perfumo: “Il confronto con altri Paesi europei offre una visione interessante sull’attuale situazione del welfare aziendale in Italia. Contrariamente a quanto ci si potesse aspettare, i risultati ci dicono che il nostro Paese ha, per certi aspetti, un approccio più olistico al welfare, approccio innovativo che mette in luce una evoluzione che probabilmente coinvolgerà anche gli altri Paesi. Da noi, infatti, il focus nel tempo si è spostato da una concezione di benefit erogati al lavoratore in quanto individuo verso il supporto alle persone e al loro contesto familiare e sociale”.

Altro trend interessante, emerso nello studio, è l’utilizzo della tecnologia, e del mobile in particolare, che per noi si traduce nell’opportunità di rendere ancora più accessibili e “vicini” i servizi welfare proposti dalle aziende ai propri dipendenti. La ricercatrice finlandese Elina Koivisto ha analizzato le varie differenze culturali emerse dallo studio “Great Employee Benefit Study 2024” durante l’incontro di IEP organizzato e promosso da Eudaimon tenutosi presso l’hotel NH President di Milano: “L’employee experience è riconosciuta come uno dei mezzi chiave per attrarre e trattenere i talenti, e i benefit sono un fattore importante per l’employer brand e l’employee experience. A tal fine, è fondamentale fornire benefit che soddisfino le diverse esigenze dei dipendenti. Soprattutto in una situazione in cui la competitività delle aziende italiane si basa principalmente su personale qualificato, è importante investire nel benessere dei dipendenti. Per garantire l’impatto di questi investimenti, la comunicazione, il dialogo aperto e le soluzioni personalizzabili sono centrali”.

Ma quali sono i benefit più desiderati dai dipendenti europei e su quali le aziende investiranno maggiormente nel 2025? In tutti i paesi esaminati, l’assistenza sanitaria completa sul lavoro è in assoluto il benefit più apprezzato. Per quanto riguarda invece gli investimenti previsti per il 2025, sembra proprio che i datori di lavoro di tutti e 4 i paesi prevedano un aumento dei budget, soprattutto per la formazione professionale dei dipendenti. In Svezia, Italia e Regno Unito sono previsti aumenti anche sulle assicurazioni di vario tipo. Infine, l’assistenza ai familiari a carico è in aumento sia in Svezia che in Italia.

Lo studio GEBS 2024 ha chiesto ai dipendenti e ai datori di lavoro di valutare e attribuire un punteggio ai fattori che migliorerebbero il benessere personale sul posto di lavoro. Fra i temi proposti, questi sono quelli che hanno ottenuto i punteggi più elevati:

  • vorrebbe che la sua impresa offrisse orari di lavoro flessibili: 20,9%
  • vorrebbe poter lavorare da remoto: 12,5%
  • vorrebbe che la propria azienda promuovesse la cultura del dialogo aperto: 11,7%
  • vorrebbe organizzare eventi per svagarsi e passare momenti di relax: 9,4%
  • vorrebbe che l’ufficio fornisse spuntini salutari sul posto di lavoro: 9,3%

Allo stesso tempo, è stato chiesto ai datori di lavoro su cosa pensano le organizzazioni debbano investire per garantire benessere ai propri collaboratori e i feedback che hanno dato sono abbastanza allineati con quelli dei dipendenti. In generale, si nota una chiara attenzione alla promozione della qualità della vita nel suo complesso, accompagnata da una visione sempre più completa dei bisogni delle persone e delle loro specificità come elemento chiave anche nel contesto aziendale di oggi e di domani.