Mercoledì 4 Settembre 2024
EMILY POMPONI
Economia

Volkswagen e l’effetto domino. Così il mito tedesco valuta di chiudere stabilimenti in Germania

Crisi tedesca. Dopo 87 anni di storia, alcuni siti dello storico marchio automobilistico potrebbero cessare l’attività e a causa di un progressivo taglio delle spese, mettendo a rischio posti di lavoro

Volkswagen, foto generica (Ansa)

Volkswagen, foto generica (Ansa)

Roma, 2 settembre 2024 – Incertezze a effetto domino in Germania. Oggi la casa automobilistica Volkswagen ha comunicato che sta prendendo in considerazione la chiusura di stabilimenti nel Paese con l’obiettivo, ormai consolidato, di ridurre i costi. Se così fosse, sarebbe la prima volta in 87 anni di storia dell’azienda. Una pessima notizia, l’ennesima, considerando il boom dell’ultradestra alle regionali, per Scholz, che metterebbe oltretutto in discussione il patto di salvaguardia dei posti di lavoro fino al 2029 siglato con i sindacati.

Le ragioni della chiusura

La Germania sta perdendo parecchio terreno in termini di competitività. “L'ambiente economico è diventato ancora più duro e nuovi attori stanno investendo in Europa”, spiega l'amministratore delegato di Volkswagen, Oliver Blume, citato da Bloomberg. Da tempo, non a caso, la redditività del marchio Vw è di molto minore rispetto ad altri brand del gruppo come Audi, Skoda e Seat. Per questo, è necessario spingere ancor di più sulla riduzione dei costi. I dirigenti del gruppo automobilistico ritengono, inoltre, che gli attuali tentativi di ridurre la forza lavoro con i pensionamenti anticipati e gli incentivi alle uscite volontarie non siano sufficienti a raggiungere gli obiettivi. Quindi "nella situazione attuale non si può escludere la chiusura degli impianti di produzione di veicoli e componenti se non si interviene rapidamente”, spiega il gruppo. Ma quale stabilimento deve chiudere? Al momento, solo ipotesi tutte concentrate su un grande impianto di produzione di veicoli e una più piccola fabbrica di componenti.

Il programma di taglio

Secondo il quotidiano Handelsblatt, i risparmi dovranno essere superiori di 4 miliardi rispetto a quanto previsto inizialmente. L’azienda deve così riuscire a tagliare dieci miliardi di euro di costi entro il 2026 e di razionalizzare le spese per sostenere la transizione verso le auto elettriche.

Cosa dice la Borsa?

Come sempre, la Borsa è favorevole a un possibile taglio dei costi. Il titolo del gruppo ha chiuso infatti a Francoforte in rialzo dell'1,6% a 102,7 euro, dopo aver raggiunto un massimo di 104,4 euro durante la seduta.

Il “no” dei sindacati

Forte reazione quella dei sindacati, espressa dalla voce di Daniela Cavallo, leader del Consiglio di fabbrica della Volkswagen: il nuovo piano è “un attacco all'occupazione, ai posti di lavoro e ai contratti collettivi: tutto questo mette in discussione la stessa Volkswagen e quindi il cuore del gruppo”.