Roma, 29 luglio 2023 – Carissima estate. L’aspettiamo tutto l’anno. E, quando arriva, scopriamo che si è trasformata in un salasso. Voli alle stelle, pacchetti vacanza inavvicinabili, ristoranti sempre più cari. Con il risultato che, per chi trascorre le vacanze in Italia, stranieri compresi ovviamente, si profila una stangata da 3,9 miliardi di euro in più. È vero che c’è stata l’inflazione. Ma anche cosi, come rivela l’indagine di Demoskopika diffusa ieri, i conti tornano solo in parte, perché in media i costi delle vacanze hanno viaggiato a una velocità di almeno tre punti più alta rispetto alla media del carovita. Il risultato, come rivela Assoutenti, è che le vacanze degli italiani non solo saranno più brevi ma costeranno 1,2 miliardi in più.
Dove corrono i rincari
A guidare la classifica dei rincari ci sono le tariffe dei voli nazionali, con un incremento del 28,9%, un trend che ha spinto il ministro Urso a convocare le compagnie. Ma anche acquistare un pacchetto vacanza costa circa il 17,7% in più, soprattutto se si sceglie una meta italiana. Se invece si va all’estero, il rincaro è del 15,8%. Paghiamo di più anche per dormire nelle località turistiche. L’alloggio costa in media il 12,8% in più, con una punta del 14,7% se scegliamo di andare in un albergo. Occhio anche ai ristoranti: il conto sarà più salato del 6,3%, con in testa fast food (+8,2%), pizzerie (+6,5%) e gelaterie (+6,2%).
Il confronto
Il fenomeno del caro-vacanza è ancora più preoccupante perché, rispetto ai nostri competitor, abbiamo perso qualche punto in termini di convenienza. A giugno, ad esempio, i servizi di trasporto hanno registrato un aumento del 9,9% nel Bel Paese, del 6% in Francia, di appena l’1,4% in Grecia e addirittura una rilevante flessione del 16,1% in Spagna. Più che significativa anche l’accelerazione dei prezzi nei servizi ricettivi e della ristorazione (+7,5%), con un differenziale inflazionistico del sistema turistico italiano di +1,9 punti percentuali rispetto alla Francia (+5,6%), di +1,8 punti percentuali rispetto alla Grecia (+5,7%) e di +1,5 punti percentuali rispetto alla Spagna (+6%).
Le regioni più care
L’aumento dei prezzi nel turismo coinvolge tutte le regioni ma sono cinque i sistemi più colpiti in cui la crescita dei prezzi risulta più alta rispetto al dato nazionale: Lazio (+9,5%) con un impatto sulla spesa turistica pari a 362 milioni di euro, Lombardia (+9,2%) con un impatto pari 389 milioni di euro, Toscana e Molise (+9,1%) con impatto rispettivamente pari a 595 milioni di euro e a 5 milioni di euro e, infine, Campania (+9%) con un impatto pari a 234 milioni di euro. Sul versante opposto, nelle posizioni più basse per incremento minore rispetto all’inflazione acquisita italiana per il mese di giugno dell’anno in corso si collocano altre cinque aree regionali: Valle d’Aosta (+7,9%) con un impatto pari 20 milioni di euro, Trentino-Alto Adige (+8%) con un impatto pari a 197 milioni di euro, Basilicata (+8,2%) con un impatto pari a 20 milioni di euro, Marche (+8,3%) con un impatto pari a 79 milioni di euro e, infine, Abruzzo (+8,4%) con un impatto pari a 51 milioni di euro.
Il piano del governo
Il caro-vacanza preoccupa anche il governo e, in particolare, la ministra del Turismo, Daniela Santanchè: "Abbiamo anche in questo settore un problema di inflazione. Ma occorre trovare le cause per dare una ricetta giusta. Bisogna agire di squadra, coinvolgendo tutti gli attori interessati – grande distribuzione, commercianti, esercenti e produttori, associazioni di consumatori – affinché l’inflazione non diventi strutturale". Non escludo – conclude la Santanchè – "che mi senta nel breve periodo con le Regioni per costruire insieme una risposta con interventi congiunti".