Martedì 16 Luglio 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

L’ultimo monito di Visco: "Attenti a debito e spesa". Giù i prezzi, ma il Pil è fermo

Il governatore uscente di Bankitalia: “L’economia è solida, più risorse per gli investimenti”. Al suo posto s’insedia Panetta. Giorgetti: "È suonata la sveglia sul punto debole dell’Italia"

Roma, 31 ottobre 2023 – Attenzione al debito, ma anche ai tagli indiscriminati alla spesa. È il doppio avviso che Ignazio Visco, nel suo ultimo giorno da governatore di Bankitalia, lancia a governo, banche e mercati. E il monito dell’uomo che ha guidato Palazzo Koch negli ultimi dodici anni ("Lascio una Banca d’Italia autorevole, indipendente, profondamente rinnovata") arriva nello stesso giorno in cui gli analisti dell’Istat offrono la fotografia aggiornata dello stato di salute dell’economia italiana: con numeri in chiaro scuro che, pur rimanendo tra i migliori in Europa, indicano il Pil fermo su crescita zero e l’inflazione che cala dal 5,3% di settembre all’1,8% di ottobre, con valori acquisiti per l’intero anno che si fermano a +0,7% per il Pil e a +5,7% per i prezzi.

Ignazio Visco con Antonio Patuelli e il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti
Ignazio Visco con Antonio Patuelli e il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti

Ma se sui prezzi si tratta di una boccata d’ossigeno (tant’è che dal governo si levano voci di soddisfazione, anche se sindacati e associazioni dei consumatori parlano di effetto ottico), sul versante della crescita e della tenuta dei conti pubblici le preoccupazioni aumentano. E tocca innanzitutto a Visco offrire all’esecutivo, che ha varato la manovra, moniti e indicazioni.

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Fabio Panetta, chi è il nuovo governatore della Banca d’Italia

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Il governatore parla davanti a una platea di presidenti di fondazioni, banchieri, funzionari e dirigenti della Banca d’Italia (c’è anche il direttore generale Luigi Federico Signorini ma non il successore Fabio Panetta che si insedierà mercoledì) che gli tributa un lungo applauso dopo le parole di elogio del presidente Acri Francesco Profumo e del numero uno dell’Abi Antonio Patuelli. È il discorso del commiato. Ma non c’è nessuna concessione alla formalità. E così Visco cita Voltaire nel Candide ("Occorre coltivare il nostro giardino, ma è improbabile che possa bastare"). Poi avverte che l’economia ristagna e i rischi sono orientati al ribasso. Certo, riconosce che il governo abbia inteso come negli anni prossimi andranno compiuti degli sforzi per contenere il debito e ridurre il disavanzo. E però nei necessari tagli non bisogna "come in passato, compromettere la qualità della spesa pubblica e la sua capacità di sostenere la crescita" e chiede di compiere "scelte sulla base di priorità ben definite", indirizzano le risorse "verso quegli investimenti che il settore privato non potrebbe porre in atto". E, a chi cita Keynes e agli effetti del moltiplicatore della spesa in disavanzo, il governatore uscente ricorda le parole dello stesso economista: "La cosa importante per il governo non è fare ciò che gli individui fanno già, e farlo un po’ meglio o un po’ peggio, ma fare ciò che non si fa del tutto".

La crescita, quindi, suggerisce il governatore, non si può raggiungere con la scorciatoia del deficit (o della politica monetaria) ma serve agire su tutti quegli elementi più volte messi in evidenza per rilanciare la crescita. Certo, la stretta monetaria della Bce non aiuta, ma il governatore, che pure ha insistito in questi mesi per una politica monetaria con qualche correzione, ha ancora una volta difeso la decisione di rialzare i tassi per combattere l’inflazione e, ora, di "mantenere i tassi sugli attuali livelli per un periodo sufficientemente lungo, a regolare cioè la persistenza della nostra azione più che la sua intensità, sia una decisione saggia".

Sulla stessa linea prudenziale si colloca il commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni. Ma non è da meno il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: "Non bisogna sottovalutare il tema del debito pubblico, il nostro punto debole. È suonata la sveglia perché più debito significa più spesa per interessi e risorse sottratte al sostengo delle famiglie delle imprese. È un’equazione non sempre chiara alla politica e alle istituzioni". E non è il solo messaggio di sintonia con Bankitalia che giunge da Via XX Settembre: "Il negoziato in corso con l’Europa coincide con gli obblighi connessi alla definizione della manovra di bilancio per la quale il governo ha inteso adottare un approccio ispirato alla necessaria cautela e prudenza".