Roma, 16 settembre 2023 – L’usato diventa moda e fa volare il mercato delle vendite second hand. A dirlo non sono solo i mercati fisici, in cui si vende usato, ma anche i dati che riguardano il giro di affari su scala nazionale e internazionale – incluse anche, e soprattutto, le piattaforme on line. Secondo il Resale Report 2023, elaborato da thredUP, si prevede che il mercato globale dell’abbigliamento di seconda mano crescerà 3 volte più velocemente in media rispetto al mercato globale dell’abbigliamento nel suo complesso. "Mentre il prezzo continua a essere un fattore chiave che motiva i consumatori nel preferire il second hand, le questioni climatiche globali hanno aumentato la consapevolezza del potenziale della rivendita per ridurre l’impatto della moda sull’ambiente" spiega James Reinhart, ceo di thredUP. La proiezione è che il mercato globale dell’usato segnerà quasi un raddoppio entro il 2027, raggiungendo i 350 miliardi di dollari.
Resale online e Generazione z: i protagonisti
Secondo il Report, la Gen Z sta guidando la crescita della rivendita: il 58%, negli ultimi 12, mesi ha acquistato almeno un capo di seconda mano online, più di qualsiasi altra generazione. La sostenibilità è una delle prime 5 motivazioni. Infatti, il 47% della Gen Z rifiuterebbe di acquistare marchi di abbigliamento non sostenibili. Acquistare e indossare indumenti di seconda mano, anziché nuovi, ridurrebbe le emissioni di carbonio in media del 25%. Le generazioni più giovani credono quindi di poter incidere sul mercato della moda attraverso scelte di acquisto sostenibili: il 61% della Gen Z (e dei Millennials) considera se stesso eco-consapevole o focalizzato sulla sostenibilità.
Le ragioni di un successo
Le ragioni che stanno dietro al fenomeno non hanno natura economica bensì legata ai cambiamenti sociali e della psicologia dell’acquisto. Ma l’imponente riflesso sul mercato è evidente. Si pensi alle collezioni di marchi, legati soprattutto al fast fashion, che ogni settimana cambiano. Stando al Report, infatti, la moda ha un problema di sovrapproduzione con oltre 100 miliardi di capi prodotti a livello globale ogni anno per una popolazione mondiale di 8 miliardi. L’82% della stessa fascia di età – cioè i nati tra il 1997 e il 2012 – ha considerato il valore di rivendita dell’abbigliamento prima di acquistarlo, mentre il 64% dello stesso target cerca un oggetto di seconda mano prima di acquistarlo nuovo. Il nuovo resta dunque una seconda opzione. Dal canto loro, le imprese, dopo il fenomeno del greenwashing, hanno cominciato a considerare la rivendita come un’iniziativa aziendale strategica premiante proprio in base alle analisi condotte sulle opzioni di acquisto dei clienti.
In Italia
In Italia la situazione è simile ma in scala ridotta. Dalle analisi dell’Osservatorio Second hand economy condotto da Bva Doxa per Subito il second hand è un mercato che, stando allo studio, genera in Italia 25 miliardi di euro, pari all’1,3% del Pil nazionale. Per volume d’affari, le prime tre regioni che spiccano nel 2022 sono: Lombardia con 4,2 miliardi, Campania con 3,1 miliardi e Lazio con 2,7 miliardi. L’on line, che vale 11,9 miliardi e rappresenta il 47% del totale del volume di affari, viene scelto da 6 italiani su 10 perché più veloce (50%), disponibile 24/7 (48%) e con una scelta più ampia (44%). Vero è che finita la pandemia torna a crescere anche l’acquisto in store.
Domanda e offerta di second hand
Difficile riassumere un fenomeno tutto in divenire. L’ambiente e un avvicinamento al minimalismo sono alcune chiavi di lettura. Sui motivi della domanda e dell’offerta, per l’Osservatorio, il 76% vende per liberarsi dal superfluo mentre il 51% acquista per risparmiare. Tra i valori che si intendono perseguire, invece, al primo posto si attesta la sostenibilità con il 55%.
Il caso degli orologi. il second hand come investimento
Secondo una ricerca realizzata dal Boston Consulting Group (BCG), si investe sempre di più negli orologi di lusso usati: più cari dei nuovi anche del 200%. Il comparto ha superato beni da collezione come gioielli, borse, vini, arte e mobili con un valore in crescita del 7% annuo e fino al 27% dal 2020 al 2022. La maggiore attenzione per modelli storici e fuori produzione ha portato il mercato a crescere senza sosta arrivando a toccare i 22 miliardi di dollari di vendite nel 2021. I risultati finanziari hanno permesso al comparto di aggiudicarsi un terzo dei 75 miliardi di dollari del mercato complessivo degli orologi di lusso, attirando nuovi acquirenti e alimentando una crescita più rapida rispetto al mercato di prima mano. Comparto che non sfugge a Gen Z e Millennials che negli ultimi 24 mesi hanno aumentato gli acquisti: il 66% di questi influenzati dal valore futuro (uguale o maggiore) dell’orologio.