Roma, 6 novembre 2024 – Hanno bocciato la proposta mentre era ancora in bozza, liquidandola come ‘sgangherata’ e ‘sconcertante’. Le potenti lobby statunitensi della carne rossa si sono già messe di traverso rispetto al tentativo, da parte del comitato scientifico incaricato dal governo Usa, di elaborare delle linee guide nutrizionali più orientate sui vegetali, con particolare attenzione a verdura, frutta, legumi, cereali integrali, noci, pesce e frutti di mare. Ma cosa sono le linee guida nutrizionali e qual è il loro impatto su dieta e stili di vita degli americani?
Dietary guidelines for Americans
Pubblicate per la prima volta nel 1980, le ‘Linee guida dietetiche’ sono considerate la ‘pietra angolare’ dei programmi nutrizionali federali e una risorsa di riferimento per i professionisti sanitari di tutto il Paese. Aggiornate ogni cinque anni, le linee guida forniscono raccomandazioni basate sugli alimenti per promuovere la salute, aiutare a prevenire le malattie croniche legate alla dieta e soddisfare le esigenze nutrizionali. Sebbene non condizionino necessariamente il modo in cui mangia ogni singolo cittadino, le linee guida dietetiche hanno un forte impatto sul paese: è su queste, per esempio, che sono modellati i programmi delle mense scolastiche. Le indicazioni, inoltre, influenzano le aziende, che sono così spinte a introdurre prodotti studiati per rispecchiare il più possibile i suggerimenti. Il prossimo aggiornamento – alla cui bozza sta lavorando un comitato scientifico composto da 20 persone – sarà rilasciato entro la fine del 2025 e coprirà il quinquennio 2025-2030.
Cos’è successo
Le linee guida hanno finora raccomandato di limitare genericamente i grassi saturi - presenti in notevoli quantità in bistecche, hamburger e carne lavorata - ma si sono tenute lontane dal dibattito sulla carne rossa. Ora, però, le cose potrebbero cambiare. Nel settimo e ultimo incontro del comitato scientifico, gli studiosi coinvolti hanno stilato delle raccomandazioni per ridurre la carne rossa e lavorata, entrambe classificate come cancerogene dall'Organizzazione mondiale della sanità. Non solo: il comitato si è spinto a proporre delle modifiche più decise al gruppo alimentare proteico, nel tentativo di attribuire minor risalto alla carne rispetto a varie fonti di proteine alternative. Tale modifica vedrebbe piselli, fagioli e lenticchie passare dalla categoria vegetale a quella proteica, mentre carne, pollame e uova, intese come fonti proteiche, si sposterebbero addirittura all’ultimo posto, dopo i frutti di mare, la frutta secca e i prodotti a base di soia.
Le polemiche
È bastata la pubblicazione della bozza, in un articolo di qualche giorno fa del Wall Street Journal, per scatenare accese proteste da parte degli allevatori. Le nuove linee guida, in effetti, impattano su uno dei capisaldi indiscussi della cultura gastronomica americana, ovvero il manzo. Non dimentichiamo, peraltro, che proprio negli Usa è nato il recente trend della dieta carnivora – un’alimentazione fatta di soli prodotti animali e totalmente priva di frutta o verdura –, poi amplificato a dismisura dai social.
"Sarà molto difficile cambiare – ha ammesso Lindsey Smith Taillie, professoressa al Dipartimento di nutrizione dell’Università della Carolina del Nord – abbiamo forti preferenze per la carne rossa, legate a fattori sociali e culturali. Ma le abitudini di consumo dovranno presto evolversi”.
L’industria della carne ha respinto la bozza al mittente
Naturalmente, l’industria della carne – specialmente quella bovina – non ha affatto gradito le nuove indicazioni e ha prontamente respinto la bozza. "È sconcertante che dobbiamo cercare di convincere gli americani a eliminare la carne quando le prove evidenziano che malattie croniche e patologie da carenze nutrizionali stanno aumentando proprio a seguito del calo nei consumi di carne rossa” ha detto Shalene McNeill, direttore esecutivo della National cattlemen’s beef association, organizzazione commerciale che raduna gli allevatori. “Rideremmo all’idea che fagioli, piselli e lenticchie possano sostituire la carne rossa magra e colmare tutte le lacune nutrizionali degli americani, se non fosse un’idea pericolosa e ingannevole”, ha affermato in una nota Ethan Lane, vicepresidente della medesima organizzazione.
Proteste anche da parte dei produttori di patate
L’aggiornamento delle linee guida dietetiche è pensato principalmente per convincere i consumatori a mangiare più cibi di origine vegetale, mentre il Paese lotta contro l’elevata incidenza di patologie legate a regimi alimentari scorretti. La raccomandazione di mangiare più proteine di origine vegetale comporterebbe, infine, un incremento delle calorie assunte complessivamente – hanno riconosciuto gli scienziati –: il comitato ha proposto, dunque, di compensare tale crescita assumendo meno patate e verdure amidacee. Le lobby che rappresentano i coltivatori di patate hanno puntualmente espresso preoccupazioni simili a quelle dell’industria della carne, sottolineando come la raccomandazione di mangiare meno verdure amidacee arrivi in un momento in cui l’assunzione complessiva di verdure resta insufficiente per la maggior parte degli americani.