Lunedì 3 Marzo 2025
LORENZO PEDRINI
Economia

Gli Usa e la super-fabbrica di chip in Indiana per sfidare la Cina sui semiconduttori

Sta sorgendo un polo di lavorazione dei semiconduttori pensato dall'amministrazione Biden con un investimento pubblico/privato da 100 milioni di dollari

Semiconduttori

Tra i tanti Stati del Midwest degli Usa raramente al centro delle cronache europee ce n'è uno, l'Indiana, noto ai più per una famosa corsa automobilistica lunga 500 miglia e storicamente vocato all'agricoltura. Da 14 mesi a questa parte, però, su 10mila acri (come dicono negli Usa) delle sue fertili pianure sta sorgendo un polo di lavorazione dei semiconduttori pensato dall'amministrazione Biden per sfidare il (quasi) monopolio cinese di settore.

Washington, infatti, si è fatta promotrice di un investimento pubblico/privato ad hoc da 100 milioni di dollari buono per dare vita a un hub industriale che, con eufemistica eleganza, si è scelto di chiamare 'Innovation Park'. Dando quasi l'dea, posto che quelli che siamo abituati a chiamare 'chip' sono certamente una delle colonne portanti dell'innovazione digitale, di voler mascherare la necessità di contestare la posizione dominante di Pechino con la volontà di traghettare l'Indiana nell'era del 4.0.

Se, come riporta in proposito il New York Times, è infatti vero che la mossa rappresenta un test del potenziale a breve termine del 'Chips and Science Act' da 52 miliardi di dollari appena varato dell'amministrazione Biden per stimolare le manifatture tecnologiche regionali economie regionali, lo sfondo a livello di relazioni internazionali è certamente quello sopra descritto. Già, perché i semiconduttori (elementi chimici tra i quali silicio, germanio, selenio, cadmio, alluminio, gallio, boro, indio e carbonio1) sono un componente irrinuciabile per la produzione dei circuiti integrati alla base di smartphone, PC, tablet, console di gaming e di ogni device digitale. E serve poco per capire quanto il comparto sia strategico.
Non a caso, infatti, è stato da un recente confronto istituzionale fra i vertici politici di Indianapolis e i produttori di chip estremorientali vicini a Washington e ostili a Pechino (nella fattispecie Taiwan, Giappone e Corea del Sud) che l'idea di fare dell'Indiana un hub dei semiconduttori è definitivamente decollata. Fra trasmissione del know-how tra alleati e, appunto, aperta sfida al politburo di Xi Jinping. E subito, come riporta il New York Times, l'affare è stato celebrato dai suoi promotori. A partire dall'ex segretario allo Sviluppo economico dell'Indiana, Brad Chambers, che ha affermato che “nulla di questo ordine di grandezza era mai stato fatto nel nostro territorio” e ha sottolineato come si tratti di “un impegno multimilionario” sottoscritto dal suo Stato per “farsi trovare pronto per la transizione alla quale stiamo assistendo”.