Roma, 7 agosto 2024 – "Non si decide in un giorno, né in un mese. E‘ un processo produttivo che richiede i suoi tempi". Adolfo Urso sceglie il pragmatismo per commentare i rumors sulla trattativa in corso con la casa automobilistica cinese Dongfeng Motors, ma vede avvicinarsi il traguardo, da lui stesso fissato, del milione di auto all’anno da produrre in Italia. Un boccone prelibato da portare al tavolo automotive, da lui presieduto, che si riunisce oggi al Mimit per affrontare il tema del rilancio dell’industria automobilistica nel nostro paese.
Secondo le indiscrezioni, la trattativa è in fase avanzata e prevede la realizzazione in Italia di uno stabilimento che funga da hub per tutta l’Europa, dove Dongfeng punta a produrre 100.000 vetture green. Il progetto potrebbe coinvolgere anche imprese italiane del settore della componentistica e perfino lo stesso governo, attraverso l’acquisizione di una quota di minoranza.
Del possibile investimento, il ministro delle Imprese e del Made in Italy aveva parlato all’inizio di luglio, nel corso della sua missione a Pechino, con i vertici di Dongfeng. Gli incontri tecnici che si sono susseguiti nei giorni successivi e hanno vista impegnata l’unità attrazione investimenti esteri del Mimit. Secondo quanto risulta, entrambe le parti sarebbero molto soddisfatte dei progressi raggiunti, anche alla luce del recente sostegno dei governi italiano e cinese.
"Il ministero è in campo – ha confermato Urso – come dimostrano le riunioni di questi giorni. Negli ultimi 20 mesi non è stato chiuso un sito industriale. Abbiamo affrontato e portato a soluzioni crisi che perduravano da oltre dieci anni, come le situazioni di Piombino e Termini Imerese".
Tra le ipotesi di aree in cui Dongfeng potrebbe insediarsi c’è l’area ex Olivetti di Scarmagno, in Piemonte. Per questo l’assessore regionale Andrea Tronzano guarda "con interesse agli sviluppi nazionali, con la consapevolezza che noi siamo la patria dell’automotive e che quindi siamo assolutamente attrattivi".
La trattativa con Dongfeng lascia invece perplessi i sindacati. "Il ministro faccia le comunicazioni ai tavoli istituzionali" commenta il leader della Fiom, Michele De Palma, che vede comunque di buon occhio l’arrivo di un altro produttore in Italia. "Chiediamo da tempo che ci siano investimenti di produttori esteri, compresi quelli cinesi, purché ci siano la presenza dello Stato ed effetti positivi sulla componentistica", osserva. "Vogliamo verificare se la notizia abbia una consistenza e se ci saranno impatti produttivi occupazionali" afferma Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim, mentre il numero uno della Uilm, Rocco Palombella, parla di "ipotesi utopistica" e ricorda che "le fabbriche devono avere anche un ruolo sociale sul territorio".
Dongfeng Motors ha sede a Wuhan ed è fra i primi quattro gruppi automobilistici cinesi. Può contare fra l’altro su sei case automobilistiche mondiali come partner e diverse joint venture con brand stranieri. A fine aprile Paolo Berlusconi ha investito nel 10% di Df Italia, rivenditore ufficiale dei suv elettrici di lusso del gruppo.