Roma, 25 novembre 2024 – Unicredit ha sorpreso i mercati con una mossa decisiva che riaccende il risiko bancario in Italia. Dopo aver sondato il terreno con l’offerta sulla tedesca Commerzbank, il colosso guidato da Andrea Orcel ha virato su Banco Bpm, presentando un'offerta pubblica di scambio del valore complessivo di 10,1 miliardi di euro. L’operazione, se accettata, potrebbe creare una super-banca con quasi 100 mila dipendenti, oltre 5 mila filiali e un portafoglio di 19 milioni di clienti, issando Unicredit ai vertici europei per capitalizzazione e asset.
I dettagli dell’operazione
Unicredit ha proposto 6,657 euro per azione Banco Bpm, un valore che include il prezzo ufficiale delle proprie azioni nell'ultima seduta di venerdì scorso, pari a 38,041 euro. L’offerta, però, è stata definita "ostile" da parte del cda di Banco Bpm, che si riunirà martedì 26 novembre 2024 per analizzarla nel dettaglio. Nel frattempo, il mercato ha reagito in modo prevedibile: il titolo Banco Bpm è salito, mentre quello di Unicredit ha subito un ribasso del 4%.
Andrea Orcel, ceo di Unicredit, ha sottolineato la strategicità dell’operazione, definendola "una vera transazione" rispetto alla più incerta partita su Commerzbank. "Il risiko bancario è iniziato e noi vogliamo essere protagonisti. L’acquisizione di Banco Bpm è possibile senza impatti significativi sul nostro capitale, che presenta un eccesso di oltre 6 miliardi", ha dichiarato Orcel, aggiungendo che i valori delle due banche risultano particolarmente allineati in questo momento.
Reazioni politiche e sindacali
La mossa di Unicredit ha suscitato critiche da parte del mondo politico. Il vicepremier Matteo Salvini ha espresso perplessità sull’operazione, definendo le concentrazioni bancarie e i monopoli come "non auspicabili" e paventando l’intervento della Banca d’Italia. Anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha fatto eco, ventilando la possibilità di utilizzare il golden power per tutelare l’interesse nazionale, descrivendo l’offerta come "comunicata, ma non concordata".
D’altra parte, l’Enpam, azionista di Banco Bpm con l’1,99%, ha definito l’offerta di Unicredit "bassa" rispetto al valore di mercato attuale, riservandosi ulteriori approfondimenti.
L’ostacolo della vigilanza europea
L'offerta pubblica di scambio di Unicredit su Bpm dovrà passare al vaglio della Banca centrale europea, dove il dossier si incrocerà con l'ipotesi di integrazione del gruppo di piazza Gae Aulenti con Commerzbank. È proprio a Francoforte - da dove trapela un 'no comment' sul blitz di Andrea Orcel che scompagina le carte dell'operazione 'di sistema’ annunciata da Bpm sul Montepaschi - che dovrà arrivare l'autorizzazione all'offerta. L'Ops annunciata da Orcel infatti configura la 'qualified holding procedure’, ossia i passaggi per la potenziale acquisizione di una posizione rilevante in una banca, Bpm, le cui dimensioni, come nel caso di Unicredit, la rendono un istituto 'significativo’ e dunque sottoposto alla vigilanza da parte di Francoforte. La procedura prevede una richiesta di partecipazione che viene avviata dalla banca offerente all'autorità nazionale competente - in questo caso la Banca d'Italia - che effettuerà una valutazione preliminare su cui poi deciderà, collegialmente, la Banca centrale europea.
Le prospettive future
L’offerta di Unicredit, pur essendo al momento non vincolante, segna una svolta nel panorama bancario italiano. Orcel ha rassicurato che non ci saranno tagli alla rete delle filiali delle due banche, puntando invece a generare sinergie operative. "L’Italia è il Paese in cui la normalizzazione dei tassi avrà il maggiore impatto, e con Banco Bpm saremmo più forti per affrontare questa fase", ha scritto il ceo in un messaggio su LinkedIn.
In attesa della risposta del cda di Banco Bpm e del parere delle autorità, l’operazione promette di ridisegnare l’assetto del sistema bancario italiano, sollevando interrogativi non solo finanziari, ma anche politici e regolamentari.