Sabato 22 Febbraio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Unicredit prepara l’uscita dal mercato russo

Unicredit guarda con interesse ai negoziati di Riad. I venti di pace in Ucraina potrebbero infatti consentire alla banca italiana...

Andrea Orcel, ceo di Unicredit

Andrea Orcel, ceo di Unicredit

Unicredit guarda con interesse ai negoziati di Riad. I venti di pace in Ucraina potrebbero infatti consentire alla banca italiana di uscire dal mercato russo a un prezzo soddisfacente, cosa che non dispiacerebbe affatto all’ad Andrea Orcel, secondo cui "se la politica cambia, la nostra capacità di vendere la filiale russa a condizioni più interessanti migliora, perché la situazione si normalizza per tutti, da entrambe le parti". Intervistato dal Financial Times, il manager ha sottolineato che "l’impegno di Unicredit a uscire dalle attività in Russia è assolutamente chiaro: siamo in ballo e a questo punto non possiamo tornare indietro". La banca, ha ricordato Orcel, si è impegnata "seriamente negli ultimi tre anni per esplorare tutte le opzioni" per cedere le sue attività russe, "ma a causa delle varie complessità e delle sanzioni, non siamo stati in grado di andare avanti".

La Russia rappresenta ancora un mercato importante per Piazza Gae Aulenti: nel 2024 ha generato 1,3 miliardi di ricavi (+9%) e contribuito per 577 milioni all’utile netto del gruppo, che l’anno scorso ha toccato i 9,3 miliardi. D’altra parte l’istituto ha dovuto ridurre in modo significativo i prestiti e i depositi, come richiesto dalla Bce, e prevede che l’apporto russo all’utile diventi marginale dal 2027.

Orcel – impegnato su un doppio fronte, il Banco Bpm e la tedesca Commerzbank – ha poi osservato che entrambe le operazioni "sono degenerate in dibattiti politici che non dovrebbero esserci, e in una certa misura, forse in larga misura, in attacchi personali".

Intanto ieri il cda di Unicredit ha approvato i conti del 2024, già presentati al mercato, e anticipato dal 10 aprile al 27 marzo l’assemblea dei soci, chiamata fra l’altro a votare la delega per l’aumento di capitale al servizio dell’offerta pubblica di scambio sul Banco Bpm. Il board ha ritenuto quindi che il processo autorizzativo possa concludersi nei tempi previsti: in particolare serve il placet della Bce, che comprende i pareri di Bankitalia e Ivass. I tempi sono invece più lunghi per l’Antitrust e per la decisione del governo sull’esercizio del golden power.

Andrea Ropa