"Le fusioni e le acquisizioni aggiungono valore se vengono effettuate alle giuste condizioni, al momento giusto e nel modo giusto. Altrimenti statene alla larga". Parole di Andrea Orcel, ceo di UniCredit, in un’intervista a Bloombert Tv, ieri al Forum economico mondiale di Davos. Orcel dice senza mezzi termini che non intende perseguire a tutti i costi l’acquisizione di Commerzbank, e che tra le opzioni, se non ci dovesse essere le giuste condizioni, c’è anche quella di ritirarsi.
Negli ultimi mesi, Unicredit ha raccolto una quota potenziale nell’istituto tedesco pari al 28%, di cui il 18,5% in derivati e il 9,5% in azioni. La mossa ha irritato non poco Berlino: Orcel non ha nascosto ancora la sorpresa di fronte "all’ostilità" dopo essere "stati invitati" proprio da Berlino "in quanto unici strategici ad acquistare la loro quota". Altrettanto contrariati dalla mossa di UniCredi dsono stati i vertici di Commerzbank che hanno manifestato scetticismo, mettendo ostacoli alle avance del gruppo italiano e che con il market capital day in programma il 13 febbraio sono pronti ad alzare ulteriormente le difese. Tuttavia la banca, come ha spiegato sempre da Davos, la ceo Bettina Orlopp ha nel mirino piccole acquisizione e non farà nulla di "stupido" per contrastare Unicredit. L’operazione è un passaggio "cruciale per il consolidamento europeo e la conversione verso una vera Unione bancaria", sottolinea Mediobanca in un report ricordando che "le regole concordate in Europa non danno ai governi alcun veto sulle fusioni e acquisizioni bancarie".
Altrettanto complicata è l’operazione su Banco Bpm su cui è "prematuro" dire se ci sarà un aumento dell’offerta che attualmente ha il giusto "punto di partenza", dice ancora il numero uno di Unicredit sottolineando di essere ottimista nel convincere il governo ma anche gli investitori di Piazza Meda.
Ieri intanto il gruppo guidato da Giuseppe Castagna è tornato a riunire il consiglio per mettere a punto la strategia di difesa, il giorno dopo aver incassato l’ok su Anima da parte dell’Esecutivo che non eserciterà la golden power. Un’acquisizione che consentirà al Banco, che sta lavorando al nuovo piano industriale, di migliorare redditività e rendimenti per i soci rendendo più costosa la scalata di Unicredit. Un ruolo non da poco lo giocherà il Credit Agricole, primo socio di Bpm, con cui Orcel spiega che ci sono punti di contatto, come è peraltro la partnership con Amundi.