L’operazione di Unicredit per conquistare Banco Bpm potrebbe complicarsi ulteriormente. Dopo le barricate alzate dalla banca guidata da Giuseppe Castagna, con esposti alla Consob e all’Antitrust, l’offerta pubblica di scambio volontaria di Unicredit da 10,1 miliardi dovrà fare i conti anche con il nodo golden power. L’obiettivo sarebbe proteggere le filiali e i posti di lavoro del personale di Banco Bpm.
Per Unicredit il tema golden power non è certo una sorpresa. Dopo l’annuncio dell’offerta, da alcuni esponenti del governo era già stata evocata la necessità di approfondire i termini dell’operazione, anche per tutelare i risparmi degli italiani, considerato anche che Banco Bpm ha lanciato un’opa su Anima, che è il primo gruppo indipendente di gestione del risparmio in Italia. Unicredit ha quindi provveduto il 13 dicembre scorso alla pre-notifica a Palazzo Chigi. Ci sono stati i incontri tra rappresentanti di Unicredit con il gruppo di coordinamento che si occupa di valutare le applicazioni di golden power e sarebbe emersa la volontà di proseguire con gli approfondimenti.