Giovedì 26 Settembre 2024
Antonio Troise
Economia

Il caso Commerzbank. L’Europa sta con Unicredit. “Le fusioni creano resilienza”

Si alzano le barricate tedesche contro la scalata da parte dell’istituto italiano. Ma il ministro delle finanze Lindner conferma la privatizzazione: il governo dovrà uscire

Roma, 24 settembre 2024 – Si infiamma il fronte Commerzbank. Ieri un’altra giornata di polemiche al calor bianco. Da una parte Unicredit, che punta con decisione verso il 30% ed ha già dichiarato di avere nel portafoglio oltre il 21% delle quote. Dall’altra il governo tedesco, che frena sulla scalata dell’istituto italiano. Spalleggiato dai sindacati ma anche dal vicepresidente e sindacalista della banca di Francoforte, Uwe Tschaege, che non ha usato mezze parole contro Unicredit, parlando di fronte alla sede centrale dell’Istituto: “Non lo vogliamo”. Non si tratta di una voce di secondo piano. Tschaege è anche presidente del coordinamento sindacale aziendale, insieme a Sascha Uebel e Stefan Wittmann anche loro nel consiglio della banca in rappresentanza dei dipendenti.

Nella contesa italo-tedesca irrompe anche Bruxelles che, di fatto, spezza una lancia a favore dell’istituto milanese. Nessun riferimento diretto, ma la portavoce della Commissione europea, Veerle Nuyts, ha fatto presente che «le fusioni potrebbero rendere le banche più resilienti agli shock grazie a una maggiore diversificazione degli asset. Inoltre, permetterebbero alle banche europee di avere modelli di business più efficienti, di perseguire strategie di crescita e di investire nella digitalizzazione". Se non è una benedizione del nuovo risiko bancario, poco ci manca.

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GERMANY STARTUPS ECONOMY
ll ministro delle finanze tedesco Christian Lindner e il cancelliere Olaf Scholz

Ma c’è di più. “Nell’Unione europea – aggiunge infatti il portavoce dell’esecutivo comunitario – abbiamo un settore bancario forte, con posizioni patrimoniali solide e liquidità sufficiente. Ciò è dovuto alle riforme attuate, compresa l’Unione bancaria. Allo stesso tempo, l’integrazione dei mercati dovrebbe sempre essere accompagnata da adeguate misure di salvaguardia per proteggere la stabilità finanziaria in tutti gli Stati membri”, ha spiegato il portavoce Ue. “Banche globali più grandi e diversificate gioverebbero all’economia dell’Ue, ma naturalmente le banche piccole e medie continuano a essere essenziali per le economie locali, per la concorrenza e quindi per i depositanti e i consumatori”, ha quindi concluso.

Se il premier tedesco, Scholz, alza le barricate, il suo ministro delle Finanze, Christian Lindner, fa sapere che “Il governo federale non può, non deve e non vuole essere coinvolto a lungo termine in una banca privata”. Insomma Commerzbank deve essere privatizzata. Anche se, ha avvertito il ministro, “l’approccio di UniCredit ha sconvolto molti azionisti in Germania ed è per questo che il governo tedesco ha deciso di non vendere ulteriori azioni”.

Sul piede di guerra i sindacati. “Due terzi dei posti di lavoro in Commerzbank potrebbero scomparire se Unicredit riuscisse a portare a termine l’acquisizione dell’istituto di credito tedesco”. Annuncia Stefan Wittmann, membro del consiglio di vigilanza di Commerzbank e alto funzionario del sindacato tedesco Verdi. “Speriamo certamente di poter evitare l’operazione aggiungendo che il cda dell’istituto tedesco ha chiesto al governo tedesco di effettuare una revisione interna che spera dia alla banca un periodo di sei mesi per fare il punto della situazione. Scettici anche i Grünen, i Verdi tedeschi, perché la condotta del gruppo bancario italiano non sarebbe abbastanza “trasparente”, spiega l’eurodeputato Rasmus Andresen, componente della commissione Econ.