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Andrea Orcel, 61 anni, è amministratore delegato di Unicredit dal 2021
Unicredit brinda ai conti record e accelera sui tre dossier che negli ultimi mesi l’hanno vista protagonista del risiko bancario italiano e internazionale. A partire dall’Ops su Banco Bpm, per la quale l’ad Andrea Orcel non esclude un rilancio. Allo stesso tempo guarda con ottimismo a Commerzbank in vista delle elezioni tedesche e si rafforza in Generali, salendo oltre il 5%, anche se si tratta "solo di un investimento finanziario". Il 2024 va in archivio con numeri record per l’istituto di piazza Gae Aulenti, superiori alle stime degli analisti: utile a 9,3 miliardi (che sale a 9,7 miliardi includendo le Dta), ricavi a 24 miliardi e 9 miliardi per gli azionisti, di cui 3,7 miliardi in dividendi. Molto ambiziosi gli obiettivi: aumentare i dividendi del 50% da quest’anno e raggiungere i 10 miliardi di utile nel 2027.
In merito all’offerta per Banco Bpm, su cui il mercato si aspetta un rilancio, Orcel è apparso possibilista: "Non l’ho mai escluso sin dal primo giorno. Vediamo cosa succede nel primo trimestre, poi valuteremo se l’offerta è finale oppure no. Dipende da come Banco Bpm performa sulla normalizzazione dei tassi, sull’inflazione, sui costi".
Su Commerzbank, invece, i tempi sono più lunghi, in vista anche delle elezioni in Germania e della formazione del nuovo governo. "Difficile che ci si possa muovere prima di 3-4 trimestri – ha spiegato l’ad di Unicredit – e questo tempo ci darà anche l’opportunità di vedere quale sarà il nuovo piano di Commerzbank e, ancora più importante, come sarà l’esecuzione".
Orcel ha fatto anche chiarezza sul dossier Generali: "Siamo già oltre il 5%, comprese la azioni che deteniamo per i nostri clienti", ha chiarito il banchiere annunciando un incremento rispetto alla quota nota del 4,1%. "Non abbiamo obiettivi industriali, è un investimento finanziario costruito nel tempo. Si tratta di una buona società italiana, sono nostri partner in Europa centrale e dell’Est. E abbiamo già un buon capital gain". Quanto al tentativo di scalata di Mps su Mediobanca, che è il primo azionista del Leone, Orcel si è limitato a dire che "deciderà il mercato". Mentre sull’accordo Generali-Natixis ha osservato "la situazione da un punto di vista neutrale" e chiarito che al momento opportuno Unicredit "prenderà una decisione".
A Piazza Affari la reazione è stata negativa, con il titolo che ha recuperato a fine giornata (-0,73% a 46,88 euro) dopo aver toccato in mattinata -3% sulle ipotesi di un disimpegno di Delfin, socio con il 2,7%, e che a sua volta è impegnato nella partita Mps-Mediobanca-Generali. "Se davvero stanno considerando di vendere – ha commentato Orcel – il mio lavoro è far in modo che sia la decisione sbagliata". Fonti vicine alla holding della famiglia Del Vecchio ribadiscono però "piena fiducia" nell’ad e segnalano che nessuna decisione è presa. Infine, sempre in tema di risiko bancario, il cda di Banca Popolare di Sondrio ieri ha valutato negativamente l’offerta annunciata da Bper, esprimendo la convinzione di andare avanti da sola, anche per le "incertezze e i rischi connessi con uno scenario di integrazione con Bper".