Non bastano i profitti record, oltre le stime, e i target 2024 rialzati per far sorridere Piazza Affari. Così il titolo Unicredit lascia sul terreno il 5,31% dopo la quindicesima trimestrale consecutiva di crescita e la prospettiva di chiudere l’anno con un utile oltre i 9 miliardi di euro. Evidentemente alla Borsa non piacciono i tempi dell’operazione con Commerzbank: "È un processo lungo, ci vorrà tempo", avverte Andrea Orcel, ad del gruppo di Piazza Gae Aulenti, che quantifica in un anno la decisione definitiva "sul dentro o fuori".
Unicredit ha chiuso i 9 mesi con un utile di 7,7 miliardi, dopo un terzo trimestre che, con 2,5 miliardi, ha battuto le previsioni. I ricavi netti sono aumentati del 2,6%, sostenuti da commissioni per 1,9 miliardi, in rialzo dell’8,5% rispetto all’anno precedente grazie all’attività della clientela e da un margine di interesse resiliente di 3,6 miliardi. "Vogliamo avere l’opportunità di convincere tutti i principali stakeholder" dell’istituto tedesco, "compreso il governo, che un’eventuale combinazione crea valore", sottolinea Orcel. Tuttavia, quello che "è al momento solo un investimento, potrebbe o meno condurre" a un matrimonio, chiarisce l’ad di Unicredit.
Anche perché la banca di Francoforte sul Meno, che ha archiviato il periodo gennaio-settembre con un utile di 1,9 miliardi – confermando i 2,4 miliardi per l’intero anno – non intende cedere. "Al momento, ci stiamo concentrando sull’esecuzione della nostra strategia stand alone, perché non c’è nulla sul tavolo, non abbiamo ricevuto alcuna offerta", evidenzia la ceo di Commerzbank, Bettina Orlopp, nel ricordare che l’approccio iniziale "non è stato amichevole" e che l’unica conversazione, fino ad ora, è stata quella "tra investitori" di fine settembre.
Tornando in Italia, Banco Bpm ha chiuso i primi nove mesi dell‘anno con un utile netto di 1,69 miliardi, in crescita del 79,8% sullo stesso periodo del 2023 anche grazie a una plusvalenza di 500 milioni legata alla creazione di Numia, e un utile salito del 25,1% a 1,24 miliardi. L’istituto si è detto "fiducioso di superare la guidance 2024, nonostante il trend in discesa dei tassi d’interesse" e intanto dà l’assalto ad Anima, annunciando il lancio di un’Opa totalitaria a 6,2 euro per azione che l’ad Giuseppe Castagna definisce "amichevole".
L’esborso massimo dell’operazione è di 1,58 miliardi, con l’obiettivo di delistare Anima, e il prezzo offerto incorpora un premio dell’8,5% sulla quotazione attuale. Banco Bpm ha subordinato l’efficacia dell’Opa al conseguimento di una partecipazione del 66,67% dell’asset manager, inclusa la partecipazione già detenuta da Banco Bpm stesso, che è già il primo azionista di Anima con una quota del 22,38%. L’istituto prevede che l’acquisizione porterà a una crescita dell’utile per azione del 10% nel 2026, da 1,5 a 1,65 euro, con un "impatto limitato" sul capitale.
Banco Bpm conferma "tutti gli obiettivi di utile e patrimonializzazione" del piano al 2026 e guarda con fiducia "alla possibilità di superare l’obiettivo di remunerazione" di 4 miliardi nel periodo 2023-2026, dopo aver approvato un acconto di 40 centesimi sulla cedola che fa aumentare a 1,45 miliardi i dividendi per i soci nell’anno solare 2024.