La strada per UniCredit-Bpm è ancora lunga ma è sul golden power che continua il dibattito, soprattutto politico. Qualche dubbio sulla sua effettiva applicabilità se lo pone Antonio Tajani. Per il vicepremier e ministro degli Esteri "tocca soprattutto alla Banca centrale europea verificare se le regole vengono rispettate e, per alcune operazioni, la Banca d’Italia". "Ma siccome - dice - non ci sono operazioni di stranieri, in questo momento non credo che si possa applicare". Una posizione diversa, peraltro già emersa, da quella del ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti e dell’altro vice premier, Matteo Salvini a favore, invece, della misura.
"Naturalmente - dice Tajani - esamineremo tutto ciò che c’è da esaminare, poi il consiglio dei ministri eventualmente deciderà. Ma per come stanno le cose non mi pare che ci sia la necessità di intervenire in questa direzione". La partita è solo all’inizio con l"operazione di UniCredit (+0,17% a 37,5 euro a Piazza Affari) che, da una parte, ha provocato più di qualche mal di pancia smontando sul nascere il terzo polo con Piazza Meda e Mps molto vicine e, dall’altra , ha riaperto ad un ulteriore consolidamento che S&P indica come "inevitabile". Tuttavia per l’agenzia l’esito dell’ops "rimane altamente incerto", anche perché dipende "da diversi fattori, tra cui le reazioni dei vari stakeholder". Su tutti il Credit Agricole con cui Orcel entro la fine dell’anno si incontrerà. La partecipazione del 9,2% in Banco Bpm (+0,28% a 7,28 euro sul Ftse Mib) fa della Banque Verte "un attore chiave" nelle decisioni strategiche considerando i suoi interessi commerciali, la presenza consolidata in Italia e gli accordi di distribuzione con la stessa UniCredit. Non è poi da sottovalutare il tema del prezzo, sui cui il mercato si attende un rialzo.
Red. Eco.