Martedì 12 Novembre 2024
FABIO LOMBARDI
Economia

Un infermiere deve lavorare 1.200 anni per prendere lo stipendio di un anno di un top manager

E’ quanto emerge da un passaggio del rapporto Oxfam sulle disuguaglianze presentato al Forum Economico mondiale di Davos. Superguadagni per gli azionisti, le briciole ai lavoratori

Roma, 15 gennaio 2024 – Milleduecento anni a mettere e togliere cateteri, assistere persone malate e, se possibile, salvare vite (magari con turni di 12 ore di notte) per guadagnare fra i 1.500 e 2000 euro netti al mese. E’ lo stipendio medio di un infermiere in Italia. Poco, come per molti altri lavori. Ma fa ancor più rabbia leggere che un operatore sanitario (professione di grandissima importanza) dovrebbe lavorare 1.200 anni per guadagnare quanto uno degli amministratori delegati delle 100 aziende più grandi al mondo.

Infermiere e medici in un reparto maternità
Infermiere e medici in un reparto maternità

Il rapporto di Oxfam

Ad aver fatto i calcoli è il rapporto Oxfam sulle disuguaglianze presentato al Forum economico di Davos.

Il caso delle infermiere

In un passaggio lo studio dice infatti che “In molti casi le più penalizzate sono le donne: basti pensare che a una lavoratrice del settore socio-sanitario servirebbero 1.200 anni per raggiungere la retribuzione annua percepita, in media, da un amministratore delegato delle 100 aziende più grandi al mondo”.

Crisi, perso un mese di stipendio

Inoltre, mentre durante la fase più acuta della crisi inflattiva le imprese sono riuscite a tutelare i propri margini di profitto, ampi segmenti della forza lavoro hanno perso potere d'acquisto. Per quasi 800 milioni di lavoratori occupati in 52 Paesi i salari non hanno tenuto il passo dell'inflazione. Il relativo monte salari ha visto un calo in termini reali di 1.500 miliardi di dollari nel biennio 2021-2022, una perdita equivalente a quasi uno stipendio mensile (25 giorni) per ciascun lavoratore.

Fatturati superiori al Pil di mezzo mondo

"Il rapporto ci dice che 7 delle 10 società più grandi al mondo hanno un miliardario come amministratore delegato o azionista di riferimento. Queste corporation hanno un valore di 10.200 miliardi di dollari, superiore al PIL combinato di tutti i Paesi dell'Africa e dell'America Latina”, spiega Amitabh Behar, direttore esecutivo di Oxfam International.

Tanto agli azionisti, poco agli operai

Per ogni 100 dollari di profitti generati da 96 tra i maggiori colossi globali, 82 dollari sono fluiti agli azionisti sotto forma di dividendi o buyback azionari. A non essere ricompensato adeguatamente è invece chi con il proprio duro lavoro, spesso precario e poco sicuro, contribuisce a rendere floride quelle stesse imprese. L'analisi di Oxfam sui dati della World Benchmarking Alliance relativi a 1.600 tra le più grandi aziende del mondo rivela come solo lo 0,4% di esse si sia pubblicamente impegnato a corrispondere ai propri lavoratori un salario dignitoso e a supportarne l'introduzione, lungo le proprie catene di valore.