Giovedì 19 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Unioncamere, per 1 impresa su 4 crescita nel 2024

Il 41% investirà nel digitale e il 46% in green

Per un quarto delle imprese italiane, nonostante il difficile contesto internazionale, gli affari cresceranno nel 2024, mentre per la maggior parte rimarranno stabili. Emerge da un sondaggio Ipsos-Unioncamere-Tagliacarne, diffuso oggi in occasione della Conferenza internazionale a Torino. L'appuntamento, organizzato da Unioncamere con la Camera di commercio di Torino, fa il punto su criticità e sfide con cui si deve confrontare il sistema produttivo nazionale. Sei imprenditori su dieci ritengono che nei prossimi 12 mesi la situazione resterà stabile per chi fa impresa; per quasi il 25% migliorerà molto o almeno un po'. La quota dei pessimisti, quindi è prossima al 18%, in discesa rispetto allo scorso anno quando era pari al 42%. Certo non tutto il Paese mantiene questo profilo. Le aziende del Nord mostrano infatti maggior ottimismo per il prossimo futuro rispetto a quelle del Mezzogiorno e del Centro Italia (al Nord gli ottimisti o i "neutrali" sono l'85% mentre al Sud tale quota scende all'81% e al Centro al 77%). La manifattura e i servizi contano inoltre le quote più elevate di imprese che propendono per una stabilità dell'andamento aziendale nei prossimi mesi o in un suo miglioramento, rispetto al commercio. "La mancanza di certezze è ormai un elemento strutturale a livello globale ma gli italiani sono abituati a lavorare di creatività. Già dopo lo scoppio della guerra Russo-Ucraina abbiamo mostrato una grande capacità di flessibilità e di resilienza. Faremo altrettanto", ha detto il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. Digitale e green spingono la fiducia delle imprese sul futuro, ha aggiunto. "Tra il 2023 e il 2025, Il 41% delle imprese (5-499 addetti) pensa di investire nella transizione digitale e il 46% nella transizione green. Anche per questo le aziende che prevedono un miglioramento del proprio business sono più numerose rispetto a quelle che ne stimano un peggioramento (24% contro 18%)".