Giovedì 23 Gennaio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Taglio del bonus casa: rischio penalizzazione per chi ristruttura e non risiede

La legge di bilancio prevede detrazioni al 50% per la prima casa e al 36% per la seconda, ma rischia di penalizzare chi non risiede durante i lavori.

La legge di bilancio prevede detrazioni al 50% per la prima casa e al 36% per la seconda, ma rischia di penalizzare chi non risiede durante i lavori.

La legge di bilancio prevede detrazioni al 50% per la prima casa e al 36% per la seconda, ma rischia di penalizzare chi non risiede durante i lavori.

Il taglio differenziato del bonus casa previsto dalla legge di bilancio, al 50% sulla prima casa e al 36% sulla seconda, porta con sé un rischio: penalizzare chi acquista un immobile, avvia la ristrutturazione ma, proprio per i lavori in corso, non può prendervi la residenza. Facendo così calare la detrazione dal potenziale 50% al 36%.

La manovra prevede infatti detrazioni per interventi edilizi più alte nel caso in cui le spese siano "sostenute dai titolari del diritto di proprietà o di un diritto reale di godimento per interventi sull'unità immobiliare adibita ad abitazione principale". Una definizione che appunto, senza un chiarimento interpretativo o normativo, per problemi di tempistica dei lavori potrebbe obbligare molti proprietari ad accontentarsi della detrazione più bassa riservata alle seconde case.

Il problema è ben noto a Confedilizia che però suggerisce di attenersi all'interpretazione che l'Agenzia delle entrate ha fornito sul superbonus nel 2023: L'Agenzia spiegava allora che, qualora l'unità immobiliare non sia adibita ad abitazione principale all'inizio dei lavori, la detrazione spetti "a condizione che il medesimo immobile sia adibito ad abitazione principale al termine dei lavori".