Mercoledì 26 Febbraio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Stellantis: dividendi e cassa integrazione, Fiom critica le scelte aziendali

Michele De Palma della Fiom critica Stellantis per la mancanza di investimenti in Italia e chiede un confronto con John Elkann.

Michele De Palma della Fiom critica Stellantis per la mancanza di investimenti in Italia e chiede un confronto con John Elkann.

Michele De Palma della Fiom critica Stellantis per la mancanza di investimenti in Italia e chiede un confronto con John Elkann.

Stellantis paga dividendi mentre i lavoratori italiani sono da più di dieci anni in cassa integrazione perché non ci sono investimenti in ricerca sviluppo e produzione. Le scelte compiute negli anni dall'amministratore delegato Tavares e condivise dalla proprietà di Stellantis sono state fallimentari e il conto lo paghiamo noi come lavoratori e Paese. Così Michele De Palma, segretario generale della Fiom, commenta i conti di Stellantis.

"Non basta l'allontanamento dell'ad - osserva De Palma - se non cambiano le politiche aziendali, il ministro Urso ne prenda coscienza prima che sia troppo tardi. L'azienda continua a perdere quote di mercato in Italia e in Europa per la concatenazione di più fattori: la mancanza di investimenti in Italia sulla ricerca e sviluppo delle tecnologie, la mancanza di nuovi modelli nei segmenti premium e lusso dei marchi Alfa Romeo e Maserati, la mancanza di auto del segmento massmarket da produrre in Italia come Lancia e Fiat."

"Bloccare la remunerazione degli azionisti e dei manager sarebbe un primo passo necessario per investire le risorse per un nuovo piano che garantisca l'occupazione e il salario dei lavoratori con una integrazione della cassa" aggiunge il leader della Fiom che chiede di "aprire un confronto con il presidente John Elkann a Palazzo Chigi con i sindacati per un piano straordinario: investire sui lavoratori in innovazione e produzione con risorse dell'azienda e delle istituzioni nazionali e europee per il futuro del Paese. Per la Fiom non è il momento delle polemiche e delle recriminazioni ma si è superato da tempo la soglia di allarme. L'Italia non può permettersi di perdere l'automotive."