Martedì 25 Marzo 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Pirelli e la sfida dei dazi Usa: possibili cambiamenti nella governance

Pirelli affronta i dazi Usa e valuta nuove strategie di governance per contrastare la normativa che colpisce il settore auto.

Pirelli, il cui socio di maggioranza relativa è cinese, rientra fra le società impattate dai dazi americani e soprattutto dalla nuova normativa Usa, entrata in vigore settimana scorsa, che colpisce il comparto auto vietando la vendita o l'importazione di veicoli connessi che utilizzano hardware o software di aziende legate alla Cina o alla Russia.

Domani il cda (in agenda per l'approvazione del bilancio 2024) porterà il tema sul tavolo. I possibili scenari sono per ora solo ipotesi, ma è plausibile il pressing dei manager in difesa delle strategie di sviluppo del gruppo e per trovare soluzioni che potrebbero essere una nuova governance della società (con più paletti per Sinochem) oppure un rimpasto nell'azionariato. "Anche se la nuova normativa statunitense non ha un impatto significativo a breve termine sulle vendite di Pirelli, riteniamo che questa legge possa costringere i due principali azionisti di Pirelli a trovare una soluzione in termini di governance", commentano gli analisti di Mediobanca.

Per il gruppo milanese sarebbero infatti a rischio i piani di sviluppo sul mercato Usa del duo hardware e software Cybertyre che consente il dialogo fra gli pneumatici e i sistemi di controllo dell'auto. Per ora, va però sottolineato, si tratta di un business che vale poco meno dell'1% per il gruppo milanese e, prudenzialmente, non è neppure considerato nei target del piano industriale.

Da Pirelli, contattati dall'ANSA già il 19 marzo a ridosso dell'introduzione della nuova normativa, non entrano nel merito della questione, limitandosi ad affermare che "la società si adeguerà alle leggi come ha fatto e fa in ogni Paese in cui opera".