Mercoledì 5 Febbraio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Manifestazione a Bruxelles: CGIL chiede piano industriale europeo e stop austerità

La CGIL, durante la manifestazione a Bruxelles, sollecita un piano industriale europeo e la fine della deregolamentazione.

La CGIL, durante la manifestazione a Bruxelles, sollecita un piano industriale europeo e la fine della deregolamentazione.

La CGIL, durante la manifestazione a Bruxelles, sollecita un piano industriale europeo e la fine della deregolamentazione.

"La manifestazione di oggi a Bruxelles è l'ennesimo grido di allarme che il mondo del lavoro industriale lancia tanto alle Istituzioni europee che a quelle nazionali: basta austerità e deregolamentazione del mercato del lavoro, basta con gli accordi commerciali iniqui e con la concorrenza sleale e sì ad un vero e proprio piano industriale europeo che, attraverso una moratoria sui licenziamenti e un nuovo ruolo pubblico sia in grado di proteggere il lavoro in Europa e in Italia". Il segretario confederale della CGIL Pino Gesmundo lo sottolinea - riporta una nota - dalla manifestazione in corso davanti agli uffici della Commissione Europea a Bruxelles, promossa da IndustriALL, la Federazione Europea dei sindacati dell'industria.

"L'Europa, e ancor più il nostro Paese - evidenzia -, hanno bisogno di un programma di investimenti pubblici che sia in grado di rilanciare le attività industriali e manufatturiere e che sappia dispiegare un piano di interventi a supporto della produzione, a cominciare dai grandi asset a partecipazione pubblica". Gesmundo chiede poi che "finisca questo penoso scaricabarile con cui, come nel caso del nostro Governo e del ministro Urso, si continua a rimandare ad altre responsabilità sovranazionali la soluzione di una delle più gravi crisi della produzione del dopoguerra: c'è bisogno di coerenza, determinazione e soprattutto di un nuovo protagonismo pubblico".

"Tutti gli Stati, l'Italia in primis, - ribadisce - concorrano all'adozione di un 'piano industriale Europeo' sostenuto e alimentato da un fondo sovrano, intervengano immediatamente sul costo dell'energia e sul riordino del sistema, introducano un nuovo ammortizzatore sociale per la transizione, riducano l'orario di lavoro anche come strumento di governo dei processi, e sostengano imprese innovative e di qualità legate alle transizioni implementando in maniera importante la ricerca di base e quella applicata all'innovazione. Di questo c'è bisogno, non di altro. Non sicuramente di ammiccare alle politiche di Trump sui dazi, scelta che, con la complicità e la responsabilità della Presidente Meloni, non farebbe che accentuare la crisi fino a farla deflagrare irrimediabilmente".