Il gruppo svizzero del private banking e del wealth management Julius Baer ha svalutato interamente la sua esposizione verso il gruppo immobiliare austriaco Signa, finito in bancarotta. L'azzeramento di 586 milioni di franchi svizzeri di prestiti, pari a circa 630 milioni di euro, ha contribuito al crollo dell'utile 2023, sceso del 52% a 454 milioni di franchi, ha spinto Julius Baer ad annunciare la sua uscita dal mercato del private debt ed è costato la testa all'amministratore delegato Philipp Rickenbacher, dimessosi "di comune accordo con il cda", si legge in una nota. A sostituirlo, con un incarico ad interim, sarà attuale deputy ceo e coo, Nic Dreckmann. "A nome dell'intero Cda, mi rammarico profondamente del fatto che l'intera svalutazione della maggiore esposizione nel business del debito privato abbia avuto un impatto significativo sull'utile netto per il 2023", ha dichiarato il presidente Romeo Lacher, evidenziando la "determinazione" di Julius Baer "a porre fine a qualsiasi incertezza riguardante le attività di debito privato" attraverso l'azzeramento dell'esposizione". "I risultati - aggiunge - riflettono anche la continua forza finanziaria di Julius Baer, ;;espressa dalla nostra patrimonializzazione, dalla solidità del nostro bilancio e dalla nostra robusta redditività sottostante. Stiamo rifocalizzando la nostra attività di prestito su aree più tradizionali, che rappresentano una parte importante della nostra offerta di gestione patrimoniale".
Mercoledì 15 Gennaio 2025
Ultima oraJulius Baer perde 630 milioni su Signa, si dimette il ceo