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La startup cinese DeepSeek rivela un margine di profitto del 545% dai modelli AI, nonostante bassi ricavi effettivi.
Roma, 1 marzo 2025 – DeepSeek ha rivelato alcuni numeri finanziari legati al suo business, affermando che il margine di profitto "teorico" potrebbe essere più di cinque volte i costi, rimuovendo un velo di segretezza che avvolge i modelli di business nel settore dell'intelligenza artificiale.
La startup cinese di Ia, capace con il chatbot R1 di scuotere Wall Street, Big Tech Usa e Silicon Valley grazie alla sua soluzione low cost e ad alte prestazioni, ha riferito con un inedito post su X che il costo di inferenza dei suoi modelli V3 e R1 sulle vendite nelle 24 ore fino all'ultimo giorno di febbraio ha generato margini di profitto al 545%.
L'inferenza, al tal proposito, tiene conto di vari fattori come la potenza di calcolo, elettricità, archiviazione dati e altre risorse necessarie per far funzionare i modelli di intelligenza artificiale in tempo reale.
Tuttavia, la società di Hangzhou ha precisato che i ricavi effettivi sono molto più bassi per vari motivi, tra cui il fatto che solo una piccola parte dei servizi offerti è monetizzata e offre sconti durante le ore non di punta. Né i costi tengono conto delle spese di ricerca e sviluppo e di formazione per la creazione dei suoi modelli.
Il 20 gennaio scorso DeepSeek, un laboratorio cinese di intelligenza artificiale specializzato nello sviluppo di grandi modelli linguistici, ha annunciato il lancio del suo assistente R1 basato sull'intelligenza artificiale, affermando che era alla pari con il più costoso ChatGPT di OpenAI.
DeepSeek è diventata una delle applicazioni più scaricate negli Stati Uniti, nel Regno Unito, negli Emirati Arabi Uniti, in Corea del Sud e in Cina. Una settimana dopo, il successo del servizio cinese ha innescato un declino nel settore tecnologico americano, con l'indice Nasdaq Composite delle aziende high-tech in calo del 3,07% e il gigante tecnologico statunitense Nvidia che ha perso il 17% del suo valore.