![Il Consiglio nazionale dei commercialisti sollecita una proroga al termine del 31 luglio per il concordato preventivo biennale nel decreto Milleproroghe. Il Consiglio nazionale dei commercialisti sollecita una proroga al termine del 31 luglio per il concordato preventivo biennale nel decreto Milleproroghe.](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/MjAyZTc4OGMtMzhjZC00/0/commercialisti-slitti-la-scadenza-del-concordato-preventivo.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
Il Consiglio nazionale dei commercialisti sollecita una proroga al termine del 31 luglio per il concordato preventivo biennale nel decreto Milleproroghe.
Il Consiglio nazionale dei commercialisti torna a ribadire, riguardo alla scadenza del termine per l'adesione al concordato preventivo biennale e al dibattito parlamentare nell'ambito dell'approvazione del decreto Milleproroghe, la necessità che arrivi la proroga. "La nostra richiesta - spiega il presidente della categoria, Elbano de Nuccio - è motivata dalla circostanza che l'attuale temine, previsto per il 31 luglio, cade nel periodo dell'anno in cui gli studi professionali sono già congestionati dagli ordinari adempimenti connessi alla determinazione e liquidazione delle imposte dei loro assistiti. L'adesione al concordato presuppone la definitività dei dati del periodo di imposta precedente e un fitto dialogo con il contribuente che si impegna per un biennio e, quindi, deve effettuare la scelta nella piena consapevolezza degli impegni che assume, delle premialità dell'istituto, ma anche delle numerose fattispecie di cessazione e decadenza e delle relative conseguenze", incalza.
"È evidente che tale processo richiede tempo che, con l'attuale termine, semplicemente non c'è e ciò rischia di minare le finalità per le quali il concordato è stato introdotto nell'ordinamento. In questo contesto", secondo il vertice dei professionisti, "non appaiono condivisibili le posizioni di coloro che ritengono lo slittamento del termine troppo dilatato con riferimento al primo anno di adesione concordataria, semplicemente perché l'impegno del contribuente è biennale ed è evidente che la scelta del contribuente non avviene soltanto sulla base dei dati conosciuti ma anche e soprattutto dalla consapevolezza di poter mantenere gli impegni assunti soprattutto nel secondo anno, peraltro in un contesto economico generale assai incerto".
E, va avanti de Nuccio, "anche per quanto attiene ai flussi di gettito, la proposta del Consiglio nazionale non crea alcuna difficoltà in quanto il termine per versare gli acconti di imposta del primo anno concordatario resta comunque confermato al 30 novembre", termina la nota dei commercialisti.