Perdono quota nel finale le principali borse europee, mentre a New York il Dow Jones e il Nasdaq cedono rispettivamente lo 0,47 e lo 0,84%. In calo la disoccupazione al 4% in gennaio, ma anche la fiducia dei consumatori del Michigan da 74 a 68,7 punti. In Europa pesa il calo oltre le stime della produzione industriale tedesca del 2,4%. Francoforte cede lo 0,55%, Parigi lo 0,5%, Madrid lo 0,4%, Londra lo 0,35% e Milano lo 0,3%.
Salgono le quotazioni del greggio (Wti +0,93% a 71,28 dollari al barile) e soprattutto del gas naturale (+2,38% a 55,85 euro al MWh). L'oro aggiorna il record storico (+0,29% a 2.867,59 dollari l'oncia). Si rafforza il dollaro a quasi 0,97 euro, mentre la sterlina si mantiene a 1,24 dollari. Balza a 1009,1 punti il differenziale tra Btp e Bund decennali tedeschi, con il rendimento annuo italiano in crescita di 2,7 punti al 3,47% e quello tedesco di 0,6 punti al 2,38%.
Soffre il comparto del lusso, per effetto dei dazi annunciati dal presidente Usa Donald Trump. In particolare segnano il passo Puma (-4,04%), Kering (-3,91%), Ferragamo (-3,88%), Adidas (-2,44%), Cucinelli (-2,14%), Moncler (-2,13%) ed Lvmh (-1,8%).
Effetto conti su Iveco (+20,42%) che lascia indietro i rivali Volvo (+0,39%) e Daimler (+0,02%). In ordine sparso gli automobilistici Porsche (-6,72%), Ferrari (-2,75%), Stellantis (-1,2%) e Renault (+0,45%).
In campo bancario l'offerta pubblica di scambio di Bper (-7,49%) spinge Popolare Sondrio (+5,83%) su nuovi massimi. Acquisti su SocGen (+2,45%), Bnp (+1,9%), Unicredit (+1,59%) e Credit Agricole (+1,1%). Più cauta Banco Bpm (+0,92%) e Mediobanca (+0,61%), quasi immobile Intesa (+0,03%), deboli Montepaschi (-0,16%) e Fineco (-4%) per realizzi all'indomani del balzo dopo i conti.
Acquisti sul petrolifero Bp (+0,82%), poco mosse invece TotalEnergies (+0,49%), Eni (+0,35%) e Shell (+0,14%). Rally di Tim (+6,35%), con le indiscrezioni sull'interesse di Iliad e di alcuni fondi.