Bruxelles, 21 luglio 2020 - Ci sono voluti quattro giorni di trattative e scontri, ma alla fine i 27 dell'Unione europea hanno raggiungo l'accordo sul Recovery Fund che permetterà di far fronte alla crisi economica provocata dall'emergenza Coronavirus. I capi di Stato e di governo hanno infatti approvato il pacchetto da 750 miliardi di euro e che sarà suddiviso in 390 miliardi di sovvenzioni e 360 miliardi di prestiti per i Paesi colpiti dalla crisi. La somma è decisamente inferiore rispetto alle ambizioni del pacchetto da 500 miliardi di euro ispirato dalla proposta di Francia e Germania a maggio e poi avallato dalla Commissione europea, tuttavia porterà in dote all'Italia circa 209 miliardi, 82 di sussidi e 127 di prestiti. Ma soprattutto 'sdogana' per la prima volta il principio secondo cui un'istituzione europea, la Commissione, viene autorizzata a fare debito comune, un tabù che sarebbe stato impensabile solo qualche mese fa.
SCHEDA Cosa prevede l'intesa: le cifre
Coronavirus Italia, il bollettino di oggi, 21 luglio
Arrivare al risultato non è stato facile e il vertice di Bruxelles, che per poco non battuto il record di durata di quello di Nizza nel 2000 che durò quattro giorni e quattro notti, passerà alla storia per la feroce battaglia condotta dai cosiddetti 'frugali', Paesi Bassi, Austria, Svezia e Danimarca, col sostegno della Finlandia contro il resto d'Europa. Gli Stati nordici hanno frenato fino all'ultimo ogni ipotesi di compromesso al rialzo sui sussidi da concedere ai Paesi più colpiti dalla pandemia e sono riusciti a ottenere forti aumenti dei 'rabates', gli sconti sul bilancio voluti da Margareth Tatcher e poi tramandati nei decenni a vantaggio di alcune nazioni, Germania compresa. Per piegare la resistenza dei quattro Angela Merkel ed Emmanuel Macron hanno fatto fronte comune, con l'appoggio forte di Italia e Spagna e poi nel corso delle ore di tutti gli altri leader europei. I frugali hanno affermato un loro ruolo politico all'interno dell'Ue e messo in difficoltà l'asse franco-tedesco che per tutto il vertice ha sostenuto le ragioni del fronte sud. La cancelliera tedesca riuscita anche a tirare le fila del negoziato con i Paesi di Visegrad sulle condizionalità legate al rispetto dello Stato di diritto e alla fine l'accordo che soddisfa tutti è arrivato.
FOCUS Le pagelle: chi ha vinto
Il commento dei leader è unanime. Di "momento storico per l'Italia e l'Europa" parla Giuseppe Conte, secondo cui l'accordo che esce dal vertice è adeguato a far fronte alla crisi. "Abbiamo tutelato la dignità dell'Italia", aggiunge il premier che spiega come "il 28%" dei 750 miliardi andrà al nostro Paese. "Parliamo di 209 miliardi. Abbiamo anche migliorato l'intervento a nostro favore, se consideriamo la proposta originaria della Commissione Ue e della presidente von der Leyen - dice ancora il presidente del Consiglio -. Abbiamo conservato 81 miliardi a titolo di sussidi e abbiamo incrementato notevolmente l'importo dei miliardi concessi in prestito, passati da 91 a 127, con un aumento di 36 miliardi". Conte questa mattina è stato ricevuto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che - a quanto si apprende - ha espresso apprezzamento e soddisfazione. "L'importante esito del Consiglio europeo irafforza il ruolo dell'Unione e contribuisce alla creazione di condizioni proficue perché l'Italia possa predisporre rapidamente un concreto ed efficace programma di interventi"
E di "accordo storico" parla anche anche il presidente francese che sottolinea come sia stata una trattativa "difficile". Per Macron però il Recovery Plan "è un piano in grado di affrontare le sfide sanitarie, economiche e sociali di ogni Paese". Il Recovery Fund è "un autentico piano Marshall per dare una risposta forte alla crisi del Covid-19", gli fa eco il premier spagnolo Pedro Sanchez. Soddisfatta e "sollevata" anche Angela Merkel, grande tessitrice dell'intesa, che ammette che l'impresa non è stata "facile ma alla fine ci siamo trovati". "E' la risposta di un'Europa unita in una situazione che ha richiesto azioni straordinarie", aggiunge.
A festeggiare sono anche i frugali, che incassano un aumento molto sostanzionso dei 'rebates', a cominciare dall'austriaco Sebastian Kurz, che raddoppia gli sconti che Vienna otterrà sul bilancio. Contento anche il 'falco' Mark Rutte, che parla di "un buon pacchetto che salvaguardia gli interessi olandesi e che renderà l'Europa più forte e resiliente". Esulta infine Christine Lagarde che temeva una reazione pesante sui mercati in caso di 'no-deal': "l'accordo raggiunto dal Consiglio europeo - dice la presidente della Bce - dimostra che "quando è più necessario, l'Unione europea va avanti ed è unita per aiutare il popolo dell'Europa".