Roma, 9 ottobre 2024 – La guerra dei dazi sale di un tono. Dopo la decisione dell’Ue di imporre dazi sull’import di auto cinesi, la reazione di Pechino non si è fatta attendere. E, martedì, ha non solo comunicato che imporrà dazi provvisori antidumping sul brandy importato dai Paesi dell’Unione Europea a partire dall’11 ottobre prossimo. Le tariffe colpiranno principalmente i produttori francesi, inclusi i quattro maggiori di cognac al mondo: Hennessy, Martell, Courvoisier (Campari) e Remy Martin, destinatari di aliquote, rispettivamente, al 39%, al 30,6%, al 34,8% e al 38,1%; per tutti gli altri player del comparto è al 34,8%.
Pechino ha già avviato l’indagine sulla carne suina (la Spagna ha un export verso la Cina di 1,3 miliardi di dollari) e sul lattiero-caseario che potrebbe colpire mozzarelle e parmigiano italiani. Ma nel mirino potrebbero entrare le auto di lusso prodotte nel Vecchio Continente, un settore che vale circa 18 miliardi di dollari e che vede la Germania in un ruolo dominante.
L’ennesima stangata per un settore, quello dell’automotive, alle prese con una fortissima crisi commerciale. La mossa di Pechino, ovviamente, non è stata affatto gradita a Bruxelles, che è già pronta a fare ricorso al Wto per fermare la nuova ondata di dazi. "Riteniamo che queste misure siano infondate e siamo determinati a difendere l’industria dell’Ue dall’abuso degli strumenti di difesa commerciale", annuncia su X il portavoce dell’Esecutivo comunitario, Olof Gill.
Del resto, come fanno notare sempre a Bruxelles, "l’Ue e la Cina continuano a lavorare per esplorare una soluzione alternativa che dovrebbe essere pienamente compatibile con l’Organizzazione mondiale del commercio (Omc), adeguata ad affrontare le sovvenzioni pregiudizievoli accertate dall’indagine della Commissione, monitorabile e applicabile". Come a dire, la via di una soluzione diplomatica della crisi resta aperta. E lo stesso vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, nel corso del dibattito sulla crisi del settore dell’automotive alla plenaria dell’Eurocamera a Strasburgo, ha ribadito che "l’obiettivo non è quello di chiudere i mercati, ma di ripristinare una concorrenza leale". Intanto l’annuncio della nuova guerra commerciale di Pechino ha spinto al ribasso i titoli del lusso e dell’automotive su tutte le piazze europee.