Martedì 12 Novembre 2024
RITA BARTOLOMEI
RITA BARTOLOMEI
Economia

L’ultima truffa su WhatsApp. “Ciao, mi dispiace disturbarti”: come arrivano al tuo numero e cosa succede se rispondi

Il messaggio parte dal prefisso +91. Barbara Strappato, vicedirettrice della Polizia postale: “È un’esca, ecco chi c’è dall’altra parte”. Allarme estorsioni sessuali, “oggi anche vittime di 9 anni”

Roma, 13 agosto 2024 – Il messaggio arriva su WhatsApp, il prefisso è l’ormai famigerato +91, il testo in un italiano improbabile, da traduttore, che mescola il ‘tu’ e il ‘lei’ ma lancia un’esca, anche emotiva.

“Ciao! Mi dispiace disturbarla! Posso avere un po’ del tuo tempo per un po’?”. La foto dell’account mostra un giovane, presumibilmente indiano. Ma che cos’è? E cosa succede se si risponde? Può capitare che nel giro di qualche mese ‘qualcuno’ – ben organizzato – superi l’imbarazzo e senza troppi salamelecchi arrivi a chiederci somme sbalorditive, anche 150mila euro, con le truffe sentimentali.

Truffe su WhatsApp: ecco l'ultimo messaggio che arriva sui nostri cellulari. Cosa succede se rispondiamo
Truffe su WhatsApp: ecco l'ultimo messaggio che arriva sui nostri cellulari. Cosa succede se rispondiamo

Questo è lo scenario che spiega al telefono con Qn.net Barbara Strappato, vicedirettrice della Polizia postale. Dalle truffe romantiche ai falsi investimenti alle estorsioni sessuali. Si spalanca un mondo di orrori.

Cosa succede se rispondi

Dottoressa, cosa succede se rispondiamo al messaggio? "Stiamo parlando di un adescamento che può avere molti scopi. E può portare a una truffa romantica, a una proposta fasulla di investimento, a un’estorsione sessuale. Stanno buttando un’esca”.

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Estorsioni sessuali e truffe romantiche

"Le truffe romantiche per me sono un vero cruccio – confida la dirigente della polizia -. Perché portano a tanta sofferenza, spesso le vittime sono donne di una certa età. Un fenomeno che si amplifica d’estate, quando aumenta la solitudine”.

Barbara Strappato, vicedirettore della polizia postale
Barbara Strappato, vicedirettore della polizia postale

“Estorsioni sessuali anche a bambini di 9 anni”

Nelle estorsioni sessuali, mette in guardia la vicedirettrice della Postale, i ritmi sono molto più veloci, “sono sufficienti anche giorni. Su questo bisogna fare una riflessione davvero seria, l’età si è abbassata tantissimo, le vittime sono anche bambini di 9 anni. Dopo alcuni messaggi s’instaura un rapporto di confidenza e ci si scambia materiale intimo. Si finisce con immagini che vengono messe in vendita in gruppi di pedofili”. C’è chi per un’estorsione sessuale è arrivato al suicidio.

"I nostri dati i più venduti sul dark web”

Eppure non sono le immagini pedopornografiche, la droga o le armi la prima voce del commercio sul dark web, svela la poliziotta. “I più venduti – spiega – sono i dati delle persone”. 

Come arrivano sul nostro WhatsApp

E questa informazione contiene anche la risposta alla domanda: come arrivano questi intrusi sul nostro WhatsApp? Come fanno a conoscere il nostro numero di cellulare? “Non è che qualcuno glielo ha dato o che cercano proprio noi – chiarisce Barbara Strappato -. In realtà noi diamo le nostre utenze per molti scopi, per nostra scelta, perché ce lo chiedono per la tessera del supermercato o per un abbonamento al cinema. Quando si verificano furti di dati in un sistema informatico di una società medio piccola, non particolarmente forte, quei dati di solito vengono messi in vendita, alla lettera. E lì ci sono proprio i numeri di tutti”.

Chi c’è dall’altra parte?

Ma chi c’è dall’altra parte del ‘filo’? “Associazioni vere e proprie – chiarisce l’esperta -. La finalità è quella di realizzare un profitto facile, le truffe romantiche possono estorcere anche 150.000 euro. Una persona pensa di vivere una relazione. Viene bombardata di messaggi, “buongiorno, come stai”, arrivano fiori per il compleanno e arriva la confidenza, non posso arrivare da te, mi hanno bloccato il conto”. L’inizio della fine. Come una tela di ragno. “Queste persone avviluppano la vittima, anche scrivendole giorno e notte - svela la poliziotta -. Alla fine non c’è più lucidità”.

A chi rivolgersi?

Le denunce sono difficili, “perché le persone si vergognano”. Seicento all’anno quelle che arrivano alla Postale. Allora, cosa bisogna fare?  “Dopo aver bloccato o segnalato il numero – spiega la vicedirettrice della Postale – l’invito è quello di scrivere a www.commissariatodips.it. Perché c’è sempre una soluzione”.

Dove sono le organizzazioni?

Ma dove porta il filo dei messaggi? Dove si trovano le centrali della truffa? “Le nostre indagini – spiega la dirigente – ci hanno portato più volte in Nigeria, anni fa abbiamo fatto arresti in Marocco per estorsioni sessuali. La Costa d’Avorio invece non ha mai risposto alle nostre richieste. Noi cerchiamo sempre di capire dove vanno a finire i soldi. Perché l’altro filone è quello di chi propone investimenti finanziari”. Naturalmente rovinosi.