Domenica 1 Settembre 2024
ANTONIO TROISE
Economia

Troppi risparmi nei titoli pubblici. Incentivi per spingerli sulla crescita

Sono 70 i miliardi di Btp nel portafoglio delle famiglie. Patuelli (Abi): "Ridurre la pressione fiscale"

Siamo ancora un popolo di formiche, che continua ad accumulare risparmi, nonostante tutto. Un vero e proprio tesoretto che garantisce la solidità di fondo del Paese, ma che dovrebbe essere maggiormente indirizzato verso gli investimenti nel sistema produttivo, per accelerare la crescita dell’economia. Ma per farlo occorrono anche incentivi fiscali e interventi ad hoc.

Dalla Giornata Mondiale del Risparmio, giunta all’edizione numero 99, arriva una richiesta esplicita al governo. E a sottoscrivere la proposta, Ignazio Visco, ieri alla sua ultima uscita come Governatore di Bankitalia, prima del passaggio di consegne al vertice dell’istituto accolto con un caloroso applauso di riconoscenza per la sua attività. Come da tradizione, è stato il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ad aprire la manifestazione sottolineando come "la sfida di una efficace tutela del risparmio delle famiglie e dei loro redditi, alla prova di una rinnovata pressione inflazionistica, è più che mai attuale e riguarda anzitutto le istituzioni europee e internazionali, quelle nazionali, accanto agli operatori privati".

Ma sotto i riflettori c’è stato soprattutto il grande ritorno dei titoli di Stato nel portafoglio degli italiani. Se si vanno a guardare i numeri di Bankitalia si vede che nei primi 6 mesi di quest’anno si sono registrati oltre 70 miliardi di acquisti netti di titoli di Stato, un valore molto elevato nel confronto storico. La quota di questi titoli detenuti direttamente dalle famiglie sul totale delle loro attività finanziarie ha raggiunto il 4,2%, il valore più alto dal 2014.

Conseguenza dello spread e dei rendimenti, che però dopo l’impennata delle ultime settimane, con valori rispettivamente superiori ai 200 punti e al 4,9%, ieri si sono di nuovo stabilizzati a 192 punti e al 4,72%. A favorire la preferenza dei risparmiatori per Bot e Btp contribuisce anche un regime fiscale poco equo e che penalizza altri tipi di investimento.

Un concetto sottolineato dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli: "In Italia sono agevolati soltanto gli investimenti nel debito pubblico", con un’aliquota ridotta del 12,5%, contro il 26% sul risparmio collocato in liquidità e gli investimenti nelle imprese di ogni genere che "sono gravati dal massimo della tassazione".