Bruxelles, 26 marzo 2024 – Torna la protesta dei trattori oggi a Bruxelles e si allarga anche alla Gran Bretagna, arrivando fino alle vie centrali di Londra, davanti alla sede del Parlamento di Westminster.
Agricoltori, la protesta a Bruxelles
Sversati carichi di letame, patate dolci e legna da una parte, mentre i poliziotti hanno usato gas lacrimogeni e idranti. Si sono vissuti momenti di grande tensione nel cuore delle istituzioni europee. Scene così sono diventate familiari negli ultimi mesi in tutta Europa.
A Bruxelles oggi la protesta ha coinvolto circa 250 trattori. Gli agricoltori hanno usato anche petardi, per incendiare le balle di fieno. Roghi con i copertoni e lancio di uova contro alcuni palazzi del Consiglio.
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Che cosa chiedono e cos’è la Pac
Ma che cosa chiedono gli agricoltori? Lo si capisce bene dai luoghi scelti per la manifestazione, roghi ad esempio sono stati accesi davanti al palazzo dove ha sede il dipartimento responsabile per l’erogazione dei fondi Pac (politica agricola comune).
La revisione sulla Pac
E proprio oggi Bruxelles ha approvato una revisione mirata di alcuni atti fondamentali della politica agricola comune (PAC) proposta dalla Commissione europea, in risposta alle preoccupazioni espresse dagli agricoltori. La revisione affronta le questioni incontrate, ad esempio, con l’attuazione dei piani strategici della PAC e mira a semplificare, ridurre gli oneri amministrativi e fornire una maggiore flessibilità.
Agricoltori, cosa si prepara in Italia
E proprio quella sigla, Pac, è al centro delle nuove proteste che si stanno preparando in Italia. Chiarisce Danilo Calvani, ex leader dei Forconi e oggi alla guida dei Cra (Comitati riuniti agricoli): “Dopo Pasqua organizzeremo altre manifestazioni nel Lazio. Gli obiettivi? I principali sono due: tutta la merce importata in Italia deve rispettare le stesse regole che impongono a noi. E i miliardi della Pac devono essere gestiti dallo Stato, non da enti privati”. Nel mirino degli agricoltori ci sono anche i consorzi di bonifica. Ma questo è tutta un’altra storia.