Milano, 8 novembre 2023 – Secondo il Rapporto annuale trasporto merci ferroviario merci italiano di FerMerci, sono state circa 25 miliardi le tonnellate chilometro di merci movimentate su rotaia nella Penisola nel 2022 e questo rappresenta circa il 12% del totale della quota di trasporto interno di merce che per la restante parte viaggia principalmente su strada con 123 miliardi di tonnellate chilometro registrato nel 2020. I dati di ISPRA (Istituto Superiore Per la Ricerca Ambientale), infatti, mostrano che dal 1990, la domanda viene soddisfatta in maniera prevalente dall’autotrasporto che con il 55% circa nel 2021 continua a essere predominante rispetto alle altre modalità di trasporto, seguito dal cabotaggio marittimo al 29%.
La tabella di marcia fissata dall’Unione Europea imporrebbe il trasferimento sulle ferrovie di una parte sostanziale del 75% dei trasporti interni di merce che oggi avviene su strada. Obiettivo che l’Italia ancora vede in lontananza.
FerMerci, un’associazione di sistema che intende rappresentare a livello istituzionale gli interessi di tutti gli attori del settore logistico ferroviario, a febbraio ha divulgato un rapporto che fotografa l’andamento del trasporto ferroviario di merci nel nostro Paese.
Dal 2000 al 2010 c'è stato un progressivo tracollo del traffico ferroviario di merci con -12,4 miliardi di tonnellate km, seguito, poi da una ripresa che ha visto un’impennata dei volumi gestiti nei successivi 5 anni di +7,4 miliardi di tonnellate km confermata poi da una tenuta del traffico nonostante l’impatto negativo dell’emergenza pandemica del Covid-19 e del conflitto bellico Russo Ucraino. Si rileva, infatti, un +0,5 miliardi di tonnellate km tra il 2015 e il 2019, con un dato negativo nel 2020 di -0,6 miliardi di tonnellate km .
Sempre secondo quanto riportato nel rapporto di FerMerci, la Germania, per volumi trasportati tra il 2003 ed il 2020 registra un incremento di +58% di tonnellate km. Il sistema ferroviario italiano, invece, nell’arco di tempo considerato, ottiene un +20%. Con il segno percentuale negativo, Francia e Spagna, che nel medesimo periodo, registrano un calo rispettivamente del 24 e del 12%.